A Reggio Calabria il grado di popolarità e l’indice di gradimento di Giuseppe “Ciccio Bello” Falcomatà sono in caduta libera. Eppure soltanto un anno fa era stato rieletto sindaco, sia pure dovendo ricorrere al ballottaggio. Ma la questione rifiuti e soprattutto la vicenda del processo Miramare a questo punto lo hanno ridotto praticamente in mutande.
Il giovane sindaco, figlio di Italo (che certamente si starà rivoltando nella tomba), già nella sua prima campagna elettorale – quella del 2014 – non aveva fatto altro che dire di contrastare e combattere il famoso e discusso “Modello Reggio” che l’ex sindaco Peppe Scopelliti aveva tanto vantato e che poi invece si è rivelato un vero e proprio modello di distruzione soprattutto per le tasche dei cittadini di Reggio.
E cosa ha fatto “Ciccio Bello” in questi sette anni? Esattamente lo stesso del suo predecessore in moltissimi settori della vita pubblica. E non solo per l’assegnazione dell’Hotel Miramare al suo caro amico Zagarella per la quale s’è beccato la condanna e la sospensione.
Per esempio, attraverso consulenze affidate a giovani avvocati molto vicini a professori universitari che collaborano con il giovane sindaco sullo statuto metropolitano oppure attraverso l’attribuzione di incarichi all’interno di società nate ex novo come Castore e Pulluce affidate a cugini di suo suocero, il sindaco di Bagaladi Monorchio.
O ancora, per continuare sulla scia dei suoi predecessori Scopelliti e Arena, confermare tutto il consiglio di amministrazione di Reges con elementi fidati di Peppe e non solo.
Il giovane sindaco, che tanto diceva di volere combattere il “Modello Reggio”, affidava con incarico diretto l’organizzazione del Carnevale reggino alla famiglia Crucitti, fatta di noti imprenditori nonché gestori del lido comunale, dei locali del Teatro Cilea e altro ancora, tutti privilegi elargiti dall’amministrazione Scopelliti e confermati da Falcomatà!

Ma come? Il figlio di Italo (che continua a rivoltarsi nella tomba) non doveva combattere il “Modello Reggio”? E invece addirittura collabora proprio con quelle persone che sono state parte attiva del “modello”!
Per non parlare poi di tutte le assunzioni dirette che ufficialmente sono state fatte da una società esterna di Siracusa ma che in realtà sono interamente gestite dall’assessore Giuseppe Marino e dallo stesso sindaco e riguardano l’apertura dei due asili nido ad Archi e a Gebbione. Venticinque persone a struttura con contratto a scadenza (ma guarda un po’ il caso!) sotto fine consiliatura… alla faccia della trasparenza!
E che dire delle chiamate ad AVR, società di raccolta dei rifiuti, che ogni settimana assumeva personale? E che dire della serie di “spinte” all’interno delle politiche sociali a parenti o amici dell’assessore di turno?
Alla faccia del “Modello Reggio”, pardon “Modello Falcomatà” o se preferite, così fa anche rima, “Modello Ciccio Bello”!