Noi non ce l’abbiamo con Giuliana Misasi, la superdirigente del welfare, né con Elena Scrivano, il deus ex machina dell’ufficio stampa, e nemmeno con la Redavide e con la Molezzi, altre storiche dirigenti del Comune di Cosenza.
Però qui a Cosenza si dice:‘un s’abbuttanu mai”. Si tratta di dirigenti che “guadagnano” 4 mila euro al mese e prenderanno pensioni da favola.
Dirigenti del Comune di Cosenza, che sono ormai prossime alla pensione e che, parramuni chiaru, non hanno prodotto granché per Cosenza. Ed è un eufemismo.
Le avete viste, che ne so, lottare a Catanzaro o a Roma per portare soldi e provvidenze ai bisognosi, alla cultura, al credito che non c’è? Niente.
Intoccabili e garantite come del resto tutti i loro colleghi di Asp, Regione e chi più ne ha più ne metta. Quando c’era Mancini il vecchio, che le ha beneficiate in tutto e per tutto (all’epoca Occhiuto faceva ancora l’architetto e pure lui scodinzolava per farsi dare confidenza dal Grande Vecchio!), erano impaurite, adesso vanno a briglie sciolte. Insomma, non hanno più freni inibitori.
Sono attaccate alla poltrona con il Vinavil. Un sinni vulissaru mai ji, se non per piazzare qualche figlio, se potessero.
Ma jativjnni e jativi goditi a pensione ca ‘ccu salute, benemmia, è quattro volte superiore a quella che prende un operaio che ha lavorato (davvero) per 40 anni.
Baciate la terra su cui camminate. E per il momento ci fermiamo.