Cosenza, 12 aprile 1943 (di Ciccio De Rose)

12 APRILE 1943 : 74 ANNI DOPO

di Ciccio De Rose

Era dolce quel mattino del 12 aprile 1943 ma nel pomeriggio si sarebbe trasformato in un giorno tristissimo, drammatico nel quale uomini, donne e bambini incolpevoli avrebbero perduto la vita o sarebbero rimasti mutilati. Sì, perché verso le ore 17,30 la morte arrivò dal cielo. La portavano i bombardieri anglo americani, ce la portavano gli “ alleati “ che cercavano i tedeschi in fuga e questi, scappando, seminavano distruzione e terrore in città alla innocente popolazione civile che cercava riparo negli introvabili rifugi.

Fame e miseria facevano da cornice e non solo per quel maledetto giorno, ma per il buio periodo che attraversava il nostro Paese. Sarebbe arrivato l’8 settembre successivo l’armistizio con il quiz aggiuntivo “ la guerra continua “ che avrebbe aperto nuove ferite e cioè quella della guerra civile, del totale disorientamento della popolazione e di nuove ventate di odio.

Sono trascorsi 74 anni da quel terrificante giorno che ricordiamo più in qualità di orfani, figli e parenti delle vittime innocenti che non come memoria che dovrebbero perpetuare le Istituzioni per bandire gli orrori della guerra specialmente quando il conflitto colpisce gente inerme, i civili che già pativano per i loro congiunti che erano partiti per la guerra fascista.

Vivente il parroco della Chiesa di San Gaetano, don Luigi Maletta, che aveva vissuto sulla propria pelle il bombardamento avendo perduto la mamma e la sorella, veniva celebrata una Messa in suffragio di quelle vittime, feriti e mutilati e, a dire il vero, anche per un poco di tempo dopo la morte di don Luigi si manteneva in vita la memoria.

Accompagnavo mio padre che non ricordavo con entrambe le gambe (quando perse la gamba destra al bombardamento ero troppo piccolo), poi veniva fatta la benedizione all’edicola marmorea con i nomi delle 70 vittime (una gran parte ferrovieri come mio padre e viaggiatori) e tonificati per aver reso onore a quei morti, tornavamo a casa.
In qualche modo rievocheremo quel mite 12 aprile diventato nel pomeriggio giorno di terribile lutto.
Papà, solleverò lo sguardo al cielo per mandarti un bacio.