Iacchitè, la verità oltre la forma – la solidarietà di Cosenza in Comune
Ci siamo chiesti, in mille occasioni, quale fosse il compito di un giornale locale o quali conti bisognasse pagare per essere un giornalista degno di tal nome in Calabria. Molti di noi hanno sempre ravvisato un’estrema carenza di confronto – quindi di democrazia – nella nostra città, alimentato anche dalla totale assenza di giornali e giornalisti capaci di esprimere pareri crudi, anche contrari alle proposte politiche di un gruppo o di un’associazione. Qualcosa in grado di creare dibattito, interesse, qualcosa di cui si percepiva distintamente l’assenza.
Non a caso, il ruolo di giornalista nella nostra città, nonostante la valenza di molti di coloro che esercitano tale nobile professione è una sorta di calvario, fatto di professionisti che non vengono pagati, di rulli di stampa fermati con una telefonata, di articoli bloccati da una proprietà, dalla carenza di lettori che non credono più in quello che leggono. Di sicuro, le voci libere, polemiche erano scarse e comunque messe ai margini. Un giorno abbiamo appreso, prima della nostra costituzione in movimento, lista e ora associazione politica, della costituzione di un giornale online, “scandaloso” pronto a denunciare qualunque malefatta e a fotografare gli scheletri nell’armadio di chiunque, che nel suo nome richiama l’espressione tipica dello stupore nell’apprendere una notizia nel nostro dialetto: Iacchitè.
Pur non condividendo sempre il tono “scandalistico” con cui vengono lanciate talune notizie, siamo certi di una cosa: che quella voce è fondamentale per la nostra città. Non perché toglie il sonno al sindaco, per quello dovrebbero bastare le statue di piazza Fera con la loro bruttezza, ma perché è voce scomoda, denuncia costante che, guardando oltre i toni, ha le sue radici nella verità.
Molti, quasi tutti noi, conoscono personalmente Gabriele e Michele, e – pur non condividendo la contrapposizione che quest’ultimo poneva nella sua lettera fra la solidarietà a Gabriele e quella data a chiunque altro dai movimenti antagonisti della città – riteniamo che, ancora una volta, abbiano colpito nel segno. Oltre la polemica c’era verità scomoda, stavamo lasciando Iacchitè e i giornalisti che la fanno vivere soli. Credendo quasi che la testata da sola fosse in grado di arginare i continui attacchi hacker o giudiziari cui viene sottoposta. A volte nel vortice della quotidianità, rischiamo di dimenticare che dietro quei servizi ci sono persone umane che non meritano il trattamento che subiscono per il solo fatto di svolgere il loro lavoro in base alle convinzioni personali. Per cui, pur con colpevole ritardo, vogliamo dichiarare a chiare lettere che ci schieriamo al loro fianco, che “Iacchitè non si arresta” e che speriamo di continuare a leggervi a lungo al riparo da qualunque tipo di attacco.
Cosenza in Comune – Per un’altra idea di città