di Pasquale Rossi
In queste ore ci capita di dover assistere, attoniti, allo scambio di favori fra opposizione e maggioranza al Comune e viceversa alla Regione, proposto da Carlo Guccione. Il consigliere regionale, da vero statista quale è, si chiede: che cosa vuole Occhiuto in cambio della realizzazione della metro?
L’ovovia dal tamarro lungofiume boulevard o dal costruendo ponte di Calatrava fino al lounge bar del Castello Svevo, il ridicolo Museo di Alarico virtuale (dato che non c’è nemmeno un solo reperto da mettere in mostra), il Presepe storico dei Puffi, un altro paio di dozzine di bronzee statue equestri di Alarico e/o di Filosofi guerrieri o pacifisti da erigere in ognuna delle piazze o piazzette che sta disegnando?
Vuole il consenso ed il permesso di continuare a radere al suolo quella inutile parte pericolante del Centro storico che non ha ancora demolito, vuole una funivia da Palazzo dei Bruzi fino a casa sua? Vuole costruire un Aquapark a Piazza Riforma per attirare un turismo giovane, marino? Accontentiamolo purché si faccia la superflua, costosissima e insostenibile metro, propone Guccione.
Anche se il sindaco-architetto, è ormai evidente a tutti, è sempre più simile al barone di Münchhausen. Per chi non lo sapesse, è quel personaggio del ‘ 700, diventato protagonista di libri e di film, che le sparava grossissime: un viaggio sulla Luna, un viaggio planetario a cavallo di una palla di cannone, uscire incolume dalle sabbie mobili tirandosi fuori per i propri capelli. Una delle più colossali balle raccontate da Münchhausen era quella secondo la quale il Barone avrebbe fatto costruire una mongolfiera (proprio come quelle messe su Piazza Fera per Natale) fatta interamente di biancheria intima da donna per mezzo della quale sarebbe volato via, salvando se stesso e la sua amata, da una città immaginaria assediata dai Turchi dell’Impero Ottomano.
Vi sembra molto diversa questa fantasticheria da questa dell’ovovia che, nella megalomania del sindaco, dovrebbe collegare l’inutile ponte di Calatrava con il, già scempiato, Castello Svevo? Una ovovia per portare il popolo della notte alle feste, organizzate dalla società privata che lo gestisce, al Castello?
Tutto questo delirio mentre il centro storico, i suoi palazzi, le sue case e le sue piazze crollano oppure vengono demolite proprio dal sommo sindaco-architetto. Si comporta, come tutti i populisti, come se fosse unto dal Signore, come se ogni sua parola o idea possa trasformarsi in Verbo. Pur presentandosi con un tratto apparentemente mite e dimesso, come tutti i populisti eletti a furor di popolo, si è trasformato in un personaggio autoreferenziale e autoritario come, del resto, i dittatori europei e sudamericani del secolo scorso.
La cosa più inquietante, però, è l’arrendevolezza delle opposizioni, la nonchalance con la quale Guccione vorrebbe concedere, al Barone di Münchhausen, di realizzare tutti questi ridicoli, inusitati ed enormemente costosi vaneggiamenti. Come mai tutto questo interesse, questa arrendevolezza pur di realizzare questo tram?