E’ ufficiale: il Commissario straordinario del Co.R.A.P. Rosaria Guzzo (ahinoi cosentina) si è autonominata –non paga delle cariche già rivestite- anche Direttore generale del nuovo Ente che accorpa i cinque Consorzi Industriali della Calabria.
La dottoressa Rosaria Guzzo, dunque, non solo detiene i poteri degli ex Presidenti e degli ex Comitati Direttivi così come recita il Decreto del Presidente della Giunta regionale n. 112/2016, ma ha pensato bene di assumere anche questa ulteriore funzione.
La notizia è certa dalla data di pubblicazione del Decreto n. 50 dello scorso 11 aprile anche se da tempo non erano in pochi a chiedersi come mai una moltitudine di atti che vanno dagli acquisti di non lieve entità alla cessione dei lotti industriali, dalla sottoscrizione dei contratti di appalto all’affidamento di incarichi professionali esterni, dalla firma di atti transattivi alle assunzioni di personale recassero sempre e soltanto la firma della dirigente del settore ragioneria della Regione Calabria.
Ma non è questa la sola ragione per la quale il Commissario Co.R.A.P. è davvero “straordinario” visto e considerato che, con il Decreto n. 48 del 4 aprile 2017, arriva ad avviare l’accertamento su una eventuale azione di responsabilità nei confronti degli amministratori dei Consorzi Industriali di Reggio Calabria e Cosenza in relazione all’approvazione dei Bilanci degli anni che vanno dal 2010 in avanti perché -così si sostiene- il tal senso avrebbero deciso le Assemblee generali dei due Consorzi nell’ormai lontano maggio 2016.
Il Commissario-Direttore generale ha inteso promuovere, dunque, un’azione di responsabilità, oltre che nei confronti dei precedenti commissari, anche nei confronti dello stesso Presidente Mario Oliverio che l’ha nominata se è vero, com’è vero, che quest’ultimo, nella duplice veste sia di rappresentante legale della Provincia di Cosenza (storico ente socio dell’ASI cosentina) che di Presidente della Giunta regionale, è da considerarsi a tutti gli effetti uno degli amministratori –anzi, un amministratore al quadrato- nei confronti dei quali la Guzzo intende verificare se esistano o meno responsabilità in non meglio specificati “danni” che sarebbero stati arrecati ai due enti industriali sopra citati.
Il bello è che la dottoressa Guzzo, proprio per dare avvio all’accertamento dianzi detto, affida un incarico di consulenza ad uno studio romano –lo studio Cocconi & Cocconi- per la modica cifra di 20.000 euro; onorario –è scritto nel decreto- <<concordato verbalmente>> fra il Commissario straordinario stesso e il suddetto studio romano. E ciò quando è ancora fresca di stampa la “short list” dei legali del Co.R.A.P. nella quale compaiono penalisti, civilisti, amministrativisti ed anche tributaristi: evidentemente nessuno dei legali selezionati dalla Commissaria gode della fiducia della Commissaria stessa che preferisce di gran lunga i due gemelli Cocconi, uno commercialista e l’altro avvocato, la cui “chiara fama” forse un giorno verrà.
In realtà, la lista degli incarichi e delle consulenze che la Commissaria-Direttore generale del Co.R.A.P. ha affidato sarebbe lunga e vi accenniamo solo per mettere in evidenza che la dottoressa Guzzo non avrebbe bisogno alcuno di ricorrere a professionalità esterne, visto e considerato che il Co.R.A.P. assomma oltre cento dipendenti e non si contano i tecnici, gli economisti, gli esperti contabili, gli informatici, i geologi e gli avvocati: così tanti da fare invidia a molti altri enti della Calabria, sempre alle prese con la scarsità delle risorse economiche e nondimeno di quelle professionali.
Il Commissario-Direttore generale non si pone limiti e continua manu militari a spendere i soldi degli ex Consorzi Industriali per siti luxury (30.000 euro), pc, stampanti, fotocopiatori, software, segnaletica e quant’altro senza curarsi di pagare i contributi di tutti i dipendenti (fermi allo scorso dicembre) e gli stipendi arretrati dei dipendenti dell’ex ASI reggina.
Ma il Commissario-Direttore generale non sembra dare soverchia importanza alla correttezza dei rapporti istituzionali (tanto meno alle leggi) ed arriva ad approvare atti che sarebbero di competenza della Giunta, o degli organi del Co.R.A.P. (ancora da nominare) o delle commissioni consiliari.
Dotazioni organiche e trasferimenti di personale, chiusura di fatto di alcune sedi provinciali, predisposizione di regolamenti e statuto (per la qual cosa assolda ennesimi consulenti), promozioni di dirigenti e demansionamento di altri sulla base di scelte arbitrare senza compilare alcuna griglia di valutazione dei curricula e senza indicare i criteri utilizzati per la scelta: tutto sembra rientrare nei suoi poteri nel silenzio generale di chi avrebbe il dovere di intervenire.
La verità è che il Co.R.A.P., al di là di statuti e regolamenti, di nomine, di assunzioni, di incarichi professionali e di spese, non ha ancora un Piano Industriale e non si comprende nulla del suo futuro e mentre la Regione Abruzzo che ha fatto una scelta analoga a quella della consorella calabrese nomina quale Direttore generale degli ex Consorzi Industriali l’AD di Air One che parla tre lingue, la Regione Calabria non batte ciglio di fronte a quasi quattro anni di commissariamento regionale che avrebbero stremato non già le fragili ASI, ma qualsivoglia altro ente in buona salute. C’è da chiedersi quali siano i carichi di lavoro dei super pagati dirigenti regionali se trovano il tempo di sovraccaricarsi di compiti e funzioni e di affrontare imprese che farebbero tremare i polsi a manager navigati.
E mentre infuria la tempesta sulla SACAL per fatti –ancora tutti da accertare- di uguale entità rispetto a quelli che nessuno contesta alla dottoressa Guzzo, viene da chiedersi in che cosa consista l’attività di indirizzo, controllo e di vigilanza sul Co.R.A.P. cui, a mente dell’articolo 16 della L.r. 24/2013, sarebbe tenuta la Giunta regionale e, a maggior ragione, ci sarebbe da accertare se il Commissario adempie ai dettati dell’articolo 15 della L.r. 24/2013 che le imporrebbe di inviare gli atti amministrativi e di gestione che comportano spesa alla stessa Giunta regionale.
Sono in molti a sostenere che il Presidente Oliverio non sia al corrente della iperattività della Commissaria che lui stesso ha nominato. Se così fosse, non vorremmo aspettare l’ennesimo scandalo per sentirsi dire che bisogna porre fine “alle pratiche clientelari”.