Nelle prime ore di oggi militari del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria e personale della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dalla Sezione Gip. del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Federico Cafiero De Raho, nei confronti di altri quattro soggetti destinatari del provvedimento di fermo di indiziato di delitto emesso da questa Direzione distrettuale ed eseguito il 27 aprile nell’ambito dell’operazione “Eracle”.
Arrestate questa mattina, dunque, altre quattro persone. Si tratta di:
Domenico Stillittano che risponde di associazione mafiosa (art 416 bis CP) considerato elemento di vertice dell’omonimo clan di ‘ndrangheta che continuava dal carcere ad impartire disposizioni che venivano poste in essere dai sodali liberi;
Fortunato Caracciolo accusato di associazione di tipo mafioso (art 416 bis CP) essendo stata accertata la sua compartecipazione all’associazione che aveva come promotore ed organizzatore il Domenico Nucera; lo stesso, inoltre, partecipava alle attività di “Buttafuori” agli ordini del Nucera. A Caracciolo, inoltre, viene contestata la partecipazione, con un ruolo di primo piano, nel ferimento del Andrea Facciolo verificatasi nell’agosto 2015 in Reggio Calabria;
– Giovanni Magazzù che risponde di traffico di sostanze stupefacenti (art 74 DPR 309/1990) avendo avuto un ruolo di primo piano nell’attività illecita di traffico e spaccio di stupefacenti nella città di Reggio Calabria;
– Domenico Francesco Condello, figlio del boss Pasquale detto il “supremo”, che risponde di associazione a delinquere (art. 416 CP) finalizzata, unitamente a Domenico Nucera in qualità di promotori, all’organizzazione di corse clandestine di cavalli, di maltrattamenti degli stessi, di esercizio abusivo della professione (avendo gli stessi somministrato o ordinato di somministrare farmaci agli equini per potenziarne il rendimento) nonché all’organizzazione di un giro di scommesse correlate alle citate corse clandestine. La stalla utilizzata come ricovero degli animali utilizzati per le citate gare era nella disponibilità della sua famiglia.