Se vuoi vivere bene a Cosenza, e senza problemi, bisogna osservare, come fanno i buoni cattolici, 10 comandamenti. Stilati nottetempo dalla cupola mafiosa/politica/massonica che governa la nostra città.
I 10 comandamenti, vergati sulla pelle dei cosentini a suon di frustate, sono la giusta guida per tutti coloro che alla ribellione, all’indignazione, allo sdegno, preferiscono la rassegnazione, l’apatia, la sottomissione. Il giusto consiglio degli amici degli amici che non si può rifiutare. Infatti tutti coloro che si attengono ai comandamenti, seppur disoccupati, morti di fame, e senza un euro in tasca, conducono una esistenza serena e felice. Possono vivere la loro povertà in tranquillità senza essere disturbati da nessuno.
Ecco il decalogo da osservare per diventare un buon cosentino remissivo, accondiscendente e mansueto (come un cagnolino).
1 – Non nominare invano il nome di corrotti, collusi e mafiosi. Se proprio devi nominarli, fallo nel bar premettendo sempre: qui lo dico e qui lo nego.
2 – Non dire mai la verità, se sei a conoscenza di intrallazzi messi in atto dagli innominabili, è meglio che te li tieni per te. Se sei stato testimone oculare di qualche imbroglio, e malauguratamente qualche giudice onesto dovesse chiamarti a testimoniare, procurati un alibi, e nega sempre, fino alla morte. Non ti preoccupare dell’eventuale onestà del giudice (i giudici onesti qui da noi sono una rarità, trovarne uno è difficilissimo): c’è chi ci pensa a neutralizzarlo.
3 – Se per qualche assurda coincidenza ti dovesse capitare di trovarti vicino a qualcuno degli innominabili, anche se non lo pensi, fagli sempre i complimenti. Una slinguazzata a volte può salvarti la vita.
4 – Se malauguratamente il tuo mestiere è quello del giornalista (cosa che non auguro a nessuno), e la tua propensione è quella di raccontare la verità, un consiglio: cambia città prima che sia troppo tardi.
5 – Se subisci un abuso dai compari della procura, la prima cosa da fare non è quella di denunciarli a Salerno (anche perché i giudici di Salerno fanno parte della loro paranza), ma adoperati a trovare un compare di spessore, che da noi non mancano, per apparare la questione (sottobanco si intende). Una soluzione tra paranze si trova sempre.
6 – Se la pubblica amministrazione ti nega i diritti sanciti dalla Costituzione, oppure hai in corso una pratica che non si muove neanche con il terremoto, piuttosto che fare un post su FB di denuncia e allarmare tutti, metti in una busta un po’ di guagna e consegnali al dirigente. Tutto si risolverà in men che non si dica.
7 – Se vuoi apparire bello ai loro occhi ed avere, nel momento del bisogno, un aiuto, parla sempre bene dei corrotti, dei collusi e dei mafiosi pubblicamente. Partecipa ai loro dibattiti, alle loro conferenze stampa, ai loro convegni, e mettiti in evidenza con applausi e salamelecchi. La regola in questo caso è farsi notare.
8 – Se sei disoccupato e ti arrangi per vivere, magari commettendo qualche reatuccio, tipo traffici di chili di cocaina o eroina, e per sfortuna finisci nella tagliola, non ti preoccupare, tieni sempre pronta la valigetta con la guagna pronta da devolvere alla causa degli amici degli amici, e il tuo reato sarà estinto. Ovviamente questo vale per tutti i tipi di reati: truffa allo stato, appropriazione indebita, abuso di ufficio e giù di lì. Per questa tua donazione sarai apprezzato.
9 – Fatti sempre i cazzi tuoi, ovunque e comunque, non ti impicciare degli intrallazzi degli altri, anzi se puoi aiutali a nasconderli, e vedrai che la tua vita cambierà.
10 – Se rispetti tutti questi “consigli”, non avrai problemi e non dovrai stare dietro ad avvocati, giudici e poliziotti, e potrai farti vanto anche tu di essere un amico degli amici. Se non fai così trovati un buon avvocato e preparati a passare tutti i guai di questo mondo. La tua vita non sarà mai più la stessa.
Amen