Lettere a Iacchite’: “Cosenza, quello che Bilotti non dice e il ruolo della Soprintendenza”

Gentile direttore,

in queste ore a Cosenza c’è chi versa lacrime per le tre vittime del rogo di corso Telesio, ma c’è anche chi versa lacrime di coccodrillo. E oltre alle lacrime non ci fa mancare menzogne e sospetti.

Mi riferisco a Roberto Bilotti, la cui residenza è stata danneggiata dall’incendio che gli ha distrutto, fra l’altro, una preziosa biblioteca, fatto questo che è finito su molti giornali, on line e cartacei. In concomitanza al piagnisteo, Bilotti ha, in ogni intervista, sottolineato che le tre vittime non erano proprietarie dell’appartamento occupato, ma abusivi, affermazione che non corrisponde assolutamente al vero.

Cambiando argomento, il pianto greco inscenato davanti al giornalista di turno ha riguardato anche la perdita di importanti manoscritti antichi, pergamene, addirittura la prima edizione del capolavoro telesiano. Un tesoro bibliografico riposto nella “residenza di lusso” che affiancava la misera residenza delle tre vittime, un contrasto agghiacciante al quale intendeva mettere fine da otto anni con continue denunce alla procura, affinché si scongiurasse un eventuale danno ai suoi averi.

Alla luce di ciò, avrei delle domande, ecco la prima: se da otto anni denuncia la pericolosità dei vicini e della struttura, perché ha trasferito proprio lì il patrimonio librario? La residenza era in grado di custodire e tutelare un patrimonio del genere? A quanto pare no.

Mario Pagano e Mario Occhiuto: Dio li fa e poi li accoppia

Ma ancora: c’era un vincolo della Soprintendenza sul patrimonio librario? A quanto pare no, visto che proprio ieri, 19 agosto, il soprintendente Mario Pagano ha diramato una nota in cui, tra le altre cose, si legge anche: “Sapevo dell’esistenza della biblioteca, seppur non ho avuto modo di visitarla e avrei segnalato alla Soprintendenza archivistica e bibliografica di Reggio Calabria la presenza dei testi. Purtroppo, non ne abbiamo avuto il tempo”. Nessun vincolo, dunque.

Incendio Cosenza, in cenere opere filosofo Telesio

Sorvoliamo sulle stranezze di Pagano, personaggio discusso e per niente adamantino, che in pieno agosto e dal luogo delle sue vacanze scrive una lettera di questo tenore a favore del cosiddetto “mecenate” e soffermiamoci invece sulle stranezze dello stesso Bilotti che, da quel che sembra, non aveva richiesto il vincolo sui libri, nonostante il loro valore, quando, invece, ha fatto di tutto per farsi riconoscere ai fini della tutela le discutibilissime “opere” che ha piazzato alla Casa delle Culture in una mostra permanente allestita proprio come NON si allestisce una mostra. Riconoscimento richiesto perché nessuno le spostasse da lì quando ha avuto il sentore che nella Casa delle Culture si potesse fare altro?

Per queste si è adoperato per ottenere il riconoscimento, per i libri no. Ne dovremmo dedurre che non erano importanti o che la loro presenza non poteva essere denunciata alla soprintendenza per chissà quale motivo?

Lettera firmata