Gentile Direttore,
mi consenta innanzitutto di esprimerle il mio più vivo apprezzamento per il costante interesse che “Iacchite’” in questi giorni dedica alla cultura, e in particolare alla storia di Cosenza e del suo centro storico, a cui modestamente anche io ho fornito il mio contributo con la riedizione dei “ Privilegi e Capitoli della Città…” facendo accorpare dall’editore Forni di Bologna 2 esemplari mutili: uno presente nella Civica Cosentina, l’altro nella Biblioteca Nazionale di Napoli, e “ Cosenza la dotta”, pubblicata da Editalia nel 1996.
Secondo quanto dichiarato alla stampa il “marchese” Bilotti avrebbe fornito alla Soprintendenza di Piazza Valdesi, l’elenco specifico dei manoscritti e delle opere possedute.
Mi sembra perciò determinante verificare tale asserzione e, se risponde al vero, come mai non si è subito intervenuti secondo le disposizioni della normativa vigente, fermo restando che anche i privati possono possedere manoscritti, basti pensare al Codice Romano Carratelli con le sue meravigliose vedute calabre?
Speriamo che Lei giri il quesito al Soprintendente e si possa – se è veritiero – analizzare intanto lo status quo ante e quindi verificare ciò che è stato distrutto o danneggiato, anche per salvare ciò che resta.
Distinti saluti
Pietro de Leo