di Eraldo Rizzuti
geologo
Il nostro territorio calabrese ha raggiunto livelli di stress non più sostenibili, non ci bastano i terremoti, le frane e le alluvioni, ma solo cinque minuti di pioggia, un temporale, incendi, ghiaccio, neve, caldo, freddo, siccità e vento per invocare il diritto al riconoscimento di
“CALAMITA’ NATURALE” imputando, ovviamente, tutte le responsabilità ai cambiamenti climatici e alla matrigna natura. La natura è un dono e va difesa, curata e protetta.
Non si tratta di essere profeti, ma l’ignoranza ormai è senza limiti. Il bello è che i veri e soli responsabili di questo degrado ambientale, politico, sociale ed economico, hanno la faccia tosta di andare in “giro” per giustificarsi e scaricare colpe e responsabilità, ovviamente, sugli altri.
Di tutto ciò è complice una comunicazione “distratta e superficiale”. A proposito degli incendi: la Regione Calabria ha un Piano di previsione, prevenzione e lotta attivo contro gli incendi boschivi aggiornato e operativo ?
La Regione ha programmato le attività di previsione e prevenzione ai sensi dell’articolo 3 della legge 353 del 2000? La Regione ha predisposto tutte le attività di ricognizione, sorveglianza, avvistamento, allarme e spegnimento con mezzi a terra e aerei? Per le aree naturali protette è stata definita nel Piano Regionale un’apposita sezione?
Quanti Comuni hanno emanato l’ordinanza, obbligatoria, prima del 15 giugno di ogni anno, per la prevenzione degli incendi e manutenzione delle aree incolte? Il catasto dei soprassuoli percorsi dal fuoco è aggiornato? Infine vorrei sapere perché si è scelto un generale alla guida di Calabria Verde che “probabilmente” non abita nemmeno in Calabria?