Metrotramvia, nel bando non c’è traccia del “polmone verde” (di Matteo Olivieri)

di Matteo Olivieri

Lo scorso 25 Luglio un comunicato stampa della Regione Calabria annunciava in pompa magna la firma dell’incarico per l’avvio della progettazione esecutiva della metrotramvia Cosenza-Rende-Unical. Il tempo massimo per ultimare il progetto esecutivo era fissato in 60 giorni. Dopo di allora il nulla, e se qualcuno desidera informarsi, lo può fare solo attraverso i canali non-ufficiali di informazione. Infatti, il Comune di Cosenza fa spallucce quando si chiedono dettagli sull’iter dell’opera, e anzi scarica l’onere sul Responsabile Unico del Procedimento (RUP) della Regione Calabria, che però non risponde. Al Comune di Rende, invece, è calato il solito silenzio, squarciato di tanto in tanto dalla solita argomentazione secondo cui è in atto una discussione tra tecnici, di cui esiste per la verità solo una prova fotografica. Per il resto, attenzione a non disturbare il conducente che guida!

“Non ho potuto fare di meglio che richiedere e ottenere modifiche sostanziali tendenti alla sostenibilità ambientale e urbanistica” continua a dichiarare il sindaco di Cosenza. Ma i documenti progettuali sono gli stessi di quelli presentati al Cinema Modernissimo nel febbraio 2016.

Chi scrive e chi legge ancora gli articoli sulla metrotramvia, dunque, lo fa mettendo in gioco la propria reputazione, visto che bisogna scansare pure le critiche di quanti – forse ancora increduli – pensano che quanto finora trapelato non sia altro che il frutto di ipotesi fantasiose. E a nulla vale il fatto che ci si documenti citando ampiamente i documenti ufficiali o riproducendo le tavole progettuali. Niente, la versione di regime è che questo progetto è il più bello al mondo, e non lo si può criticare neppure dal punto di vista tecnico. Qualche benpensante potrebbe obiettare: qual è il problema? La questione è molto sottile, e provo a spiegarla. Mentre i Comuni di Cosenza e di Rende tentano di capire quale risposta dare a chi chiede dettagli sull’iter della progettazione esecutiva, il RUP della Regione Calabria pubblica la gara per l’affidamento dell’incarico di direttore dell’opera e di direttori di cantiere. Il bando contiene tra le altre cose anche gli allegati tecnici di cui i candidati devono prendere visione per poter capire in che cosa consiste l’incarico che saranno chiamati a svolgere e per decidere se vale la pena candidarsi o meno. Si apprende così che sul Viale Parco di Cosenza, mentre vi è effettivamente indicazione del binario singolo ottenuto dal sindaco di Cosenza al termine di una veemente trattativa con il Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio, non risulta invece alcuna traccia del “polmone verde” annunciato dallo stesso sindaco Occhiuto come parte della trattativa.

Un’immagine della presentazione pubblica del progetto della metrotramvia, tenutasi a febbraio 2016. La foto ritrae un particolare della futura stazione dei Due Fiumi.

E neppure vi è traccia della sua “visione” della Cosenza del futuro, né prove concrete di quella volontà di «realizzare un grande parco urbano verde lineare con un’alta connotazione in termini di qualità paesaggistica ed architettonica, con percorsi verdi e pedonali, piste ciclabili, orti botanici, giochi d’acqua e verde attrezzato, senza sedi carrabili». Di fatto, il centro del viale Parco appare una groviera, intervallato in più punti dalle piazzole di scambio che consentono ai treni di transitare in ambo le direzioni, ma che – così facendo – limitano (o perfino interrompono) quella “via dolce” utilizzata dai cosentini per fare jogging o per muoversi in bicicletta fino a Rende. Il viale Parco potrebbe essere dunque più verde ma meno fruibile: il sospetto è che si tratti di un accordo al ribasso, che limita ulteriormente la mobilità dei cittadini dell’area urbana a beneficio della metrotramvia. Ma guai a spiegare chiaramente ai cittadini che cosa realmente si andrà a realizzare: ogni discussione si riduce infatti a descrizioni sinuose e parole evanescenti, che però non trovano riscontro nei documenti ufficiali. A parte queste piccole modifiche attuate al progetto definitivo, le restanti tavole progettuali relative a Viale Parco sono esattamente le stesse di quelle già presentate nel corso dell’affollato incontro pubblico al cinema Modernissimo lo scorso febbraio 2016. Ma guai a dirlo. Secondo la versione ufficiale, infatti, si tratta di «modifiche migliorative rispetto al progetto di partenza (volute fortemente dal sindaco Mario Occhiuto)»

Il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ha dichiarato: “Il Viale Parco non verrà affatto sventrato ma al contrario diventerà un grande Parco urbano del Benessere, un vero polmone verde nel cuore della città e senza i gas di scarico delle auto”. Ma il rendering non corrisponde al progetto a gara per l’incarico di direttore dell’opera e di direttori di cantiere.

Dunque, ci troviamo di fronte ad una mera montatura mediatica? Il sospetto è forte che su questa storia del “polmone verde” si giochi l’ennesima gara agli annunci, che però non corrispondono a realtà. L’unica cosa che si evince dalla lettura degli elaborati progettuali è la piantumazione lungo tutto viale Parco, qualcosa che per la verità è stata fortemente richiesta (invano) negli anni dalla cittadinanza, per sostituire quegli alberi che negli anni si sono seccati. Ciò a cui stiamo assistendo ultimamente era stato infatti ampiamente scritto da tempo. Ma, proprio a causa di ciò, si crea un cortocircuito logico. Infatti, le ipotesi sono due. O il progetto esecutivo è stato approvato senza alcuna modifica sostanziale (diversamente da come più volte rassicurato dai sindaci di Cosenza e di Rende) oppure la gara bandita presenta degli allegati che non corrispondono allo stato dell’arte del progetto esecutivo. In entrambi i casi sarebbe un fatto molto grave. Personalmente ho avuto modo di scrivere più volte nei mesi scorsi che non sono possibili variazioni progettuali nel passaggio dalla progettazione definitiva a quella esecutiva, il cui compito è – secondo il codice degli appalti (art. 33) – quello di definire “compiutamente ed in ogni particolare architettonico, strutturale ed impiantistico l’intervento da realizzare, nel pieno rispetto del progetto definitivo”.

A Cosenza, la facciata di alcuni edifici privati su viale Parco si trova al limite della “distanza critica”, definita come «aree con livelli vibrazionali superiori a 74 decibel». A Rende si verifica la stessa drammatica situazione. A rischio la vivibilità dei quartieri?

Quel che rimane dell’intero progetto è la contraddizione di avere una città contemporaneamente più verde ma anche più rumorosa.Contraddizioni che si ritrovano a coesistere perfino sulla stessa strada. Un esempio lampante riguarda proprio il tratto cosentino di viale Parco, dove la facciata di alcuni edifici privati confina con la “distanza critica”, che individua quelle «aree con livelli vibrazionali superiori a 74 decibel». Di quanto superiori? Non è dato sapersi, la progettazione è volutamente vaga. Eppure, si tratta di una situazione descritta come fonte di “fastidi”, tale da creare disturbi nel sonno e nelle comunicazioni verbali. A Rende si verifica la stessa drammatica situazione in vari punti della città, per esempio in alcune strade ubicate nei popolosi quartieri residenziali di Roges e Quattromiglia, dove il tracciato della metrotramvia avrà curve a gomito o passerà più vicino alle abitazioni. Alla luce di ciò, siamo davvero certi che la metrotramvia possa definirsi un progetto “sostenibile” dal punto di vista ambientale solo perché prevede la piantumazione di alberi e siepi? Anche su questo aspetto, rivolgiamo le nostre domande a tutti i responsabili politici e tecnici coinvolti ad ogni livello nella realizzazione dell’opera, anche se – per la verità – la sensazione è che anche questa volta le domande rimarranno senza risposta.