In città la notizia degli arresti per la strage di via Popilia sulla base anche delle dichiarazioni del pentito Franco Bruzzese viene ampiamente commentata. Il capo del clan degli zingari Franco Bruzzese ha deciso di collaborare con la giustizia ormai da due anni e mezzo e da tempo ci si chiede come mai non siano stati ancora sconvolti tutti gli equilibri che finora si erano creati. Sia per il livello politico che per il livello più strettamente malavitoso. Non resta che aspettare, nel frattempo ripubblichiamo il verbale nel quale è trascritta l’intercettazione tra Franco Bruzzese e il fratello nel carcere di Benevento.
Riassunto: è chiaro che l’omicidio di Luca Bruni è maturato nell’ambito delle dinamiche poste in essere per addivenire ad un’evoluzione criminale nell’ambito delle consorterie operanti nella città di Cosenza e nel suo hinterland.
Ciò, in virtù, oltre che di un accordo federativo, anche nella comune esigenza di esautorare personaggi della cosca Bruni, che negli ultimi anni aveva subito delle perdite tali da depotenziare la forza sul territorio anche rispetto agli altri gruppi criminali.
Le intercettazioni e i verbali che vi stiamo proponendo, fanno emergere la progettualità del nascente “gruppo” che si è ben radicato, temporalmente, dopo la morte di Michele Bruni e l’omicidio del fratello Luca. Nell’intercettazione che segue, tratta dai colloqui in carcere tra Franco Bruzzese e il fratello, appare evidente come lo stesso sia autore, insieme ad altri, di questo aberrante disegno criminoso. In particolare, Franco Bruzzese fa esplicito riferimento all’evoluzione del nuovo gruppo criminale, nato dopo l’esautorazione del clan Bruni.

Conversazione del 24.01.2014. Casa Circondariale di Benevento.
Alle ore 09.30 entra Bruzzese Franco, dopo essersi seduto al tavolo dice ai congiunti che nella sala dove si trova bisogna stare attenti alle cimici.
Il fratello è visibilmente contrariato, guarda Franco Bruzzese e gli dice che deve cercare di uscire presto. Con il dito indice della mano destra si tocca lo zigomo, un segno convenzionale e dice qualcosa che nemmeno Franco Bruzzese capisce. Il fratello ripete e dice: “…i compagni tuoi…”, si tocca il mento in un gesto convenzionale forse per dire che parlano troppo.
Il fratello dice a Franco Bruzzese che Daniele Lamanna (il congiunto nel riferire questo dimostra di essere molto arrabbiato con Daniele Lamanna e Luciano Impieri), quando lui ci ha parlato, ed è già la seconda volta che lo dice, gli ha detto che: “…quando con Franco abbiamo fatto, abbiamo fatto assieme…”.
Com’è, chiede Franco al fratello. E risponde: “…come per dire che tu e lui avete iniziato tutta la baracca assieme…ora che non ci sei tu in libertà, c’è lui…” e aggiunge che Daniele nel dirgli questo chiudeva con : “…e ora tu che cazzo vuoi?…”
A questo punto il fratello ribadisce a Franco: “…ora Maurizio Rango sta mangiando a tutto spiano…non fanno come fai tu che vai e fai per tutti, loro non se ne fregano niente, fanno solo per loro!”.
Franco Bruzzese, rivolgendosi al fratello dice: “…vedi che è uscito Mario Gatto…se c’è qualcosa vai da lui, rivolgiti a lui”. Il fratello a questo punto parla sottovoce e dice: ”…in mezzo alla strada…”. Sì, risponde Franco Bruzzese.
E aggiunge: “…infatti, noi con Gatto siamo stati nella stessa cella e già certe cose non ci piacevano, quindi lui ora sa! Vacci, ma solo per cose serie…”.
Il fratello dice a Franco che Maurizio Rango ha un profilo Facebook: “…è su Facebook…anche dal profilo fa il malandrino”.

Il fratello di Bruzzese conferma e dice che con F. C. fanno molte battute su facebook, dice che stanno superando i limiti anche con tale Vinny…vogliono tutto per loro…vanno e fanno tutto per loro…stanno mangiando da soli…loro dicono che stanno mandando soldi ai carcerati e che a malapena gli resta un piccolo stipendio per loro…
” A questa affermazione Franco Bruzzese risponde stizzito: “…a me non hanno mai mandato niente…hanno dato qualcosa a mia moglie fino a novembre…ora non gli stanno dando più niente…”
Franco Bruzzese chiede di raccontargli meglio il fatto di Maurizio Rango, di quando gli ha detto che il fratello (Franco) non ha ancora capito come vanno le cose. Il fratello gli spiega che una sera, era con tale XXX, ha visto passare Rango e lo ha chiamato dicendogli che doveva riferirgli una cosa che tu gli avevi mandato a dire. Rango, che subito si era avvicinato risponde: “Ohi frà, ma il tuo parente non l’ha ancora capito?”.
Cosa deve capire? Rispose il fratello di Franco Bruzzese al Rango. E Rango :” …no, per il fatto dei soldi, che non stanno girando soldi, che poi gli vanno a riferire tutte altre cose…”.
“Chi c’era con lui?” chiede Franco Bruzzese al fratello.
“Non lo so” risponde. Dice che è sceso da una 500, ma era notte e non ho visto se c’era qualcun altro in macchina. Franco Bruzzese insiste nel chiedere di fare uno sforzo e ricordarsi, ma il fratello dice che non ha visto nessuno. E sottolinea che dietro le parole di Rango si nasconde altro, non certo la questione dei soldi. E continua il racconto della conversazione avuta con Rango.
Rango dice al fratello di Franco Bruzzese: “forse tu non lo sai, ma con il tuo parente questa cosa l’abbiamo iniziata insieme…io comunque i miei conti me li sono fatti, guai a chi non se li è saputi fare i conti, io quando tiro la somma quelli mi escono! Né ce ne sono né ce ne devo mettere”.
“Comunque, continua Rango, che io sto andando a passare da Ettaruzzu per vedere cosa sta facendo se glieli sta mandando i soldi…”.
Il fratello di Bruzzese fa un appunto al Rango e dice: “… guarda che l’ultima volta che Franco ha visto qualcosa sono stati quei mille euro più di un mese fa….e che facciamo, una settimana mangiano e 20 giorni devono tirare la cinghia? E dice chiaramente a Rango: “state facendo schifo per questi 4 soldi che dovete dare alla moglie, che poi è un vostro dovere quello di assistere i familiari dei vostri carcerati….”.