E’ normale, per chi fa politica, in tempi di “incertezza giudiziaria” pensare già alle possibili alternative ad Oliverio. Non sia mai dovesse intervenire la magistratura, per l’ente Regione e chi la dirige non ci sarebbe scampo. Così come per tanti comuni calabresi, su tutti Cosenza.
Se ciò dovesse verificarsi meglio essere pronti. Nell’incertezza è sempre utile avere almeno una certezza. Che in questo caso si traduce nel candidato a presidente della Regione Calabria. E qualcosa, prima sottobanco, ora alla luce del sole, si muove. La mossa più indicativa che ci fa capire anche altro, arriva da destra. Pareva essere chiusa la questione per Forza Italia in merito al proprio candidato alla Regione, a furor di popolo: Mario Occhiuto. Anche se lo stesso ripete di non volersi candidare, ma lo sappiamo tutti quanto vale la sua parola: zero. Stessa cosa disse durante il suo primo mandato. Ma il clima di “incertezza giudiziaria” ha rimescolato le carte. E quella che pareva essere una certezza si è trasformata, negli ultimi giorni, nella più incerta delle incertezze che pesa sulla testa di Occhiuto, quanto su quella di Palla Palla.
Entrambi vivono alla giornata, e sul filo del rasoio. Entrambi potrebbero essere travolti da inchieste giudiziarie di peso condotte dalla DDA. Anche se va specificato che mentre Occhiuto è coinvolto personalmente, Palla Palla, qualora la DDA intervenisse, rivolgerebbe le sue attenzioni verso tanti consiglieri di maggioranza, e di conseguenza sarebbe costretto a dimettersi.
Le ultime vicende all’interno di Forza Italia hanno messo in evidenza l’aria di guerra che si respira nel movimento, nonostante i vani tentativi della Santelli di nascondere i problemi. La mazzata della mancata elezione alla vice presidenza al consiglio regionale li ha messi all’angolo scoprendo tutte le fragilità di questa forza politica che in Calabria non ha più il peso di una volta. Il messaggio è stato chiaro: a Cosenza Occhiuto varrà anche tanti voti, ma nel resto della Calabria, e in provincia di Cosenza, comandiamo ancora noi (cinghiali e fauna affine). Una faida tutta interna al centrodestra cosentino. Compà Pinuzzu Gentile da un lato, Santelli/Occhiuto dall’altro. Il cinghiale ancora non si è espresso, ma a breve dovrà farlo e non c’è dubbio che starà dalla parte del partito della Nazione.
A rendere ancora più incerta la candidatura di Occhiuto è il grande ritorno sulla scena politica calabrese del medico reggino trapiantato a Milano Bernardo Misaggi. Non perde tempo il medico che ha capito, dopo l’inchiesta Mammasantissima, di avere una possibilità concreta di inserirsi all’interno della falla che si è aperta in Forza Italia Calabria, e rendere la pariglia a chi in passato ha ostacolato la sua candidatura preferendo quella di Scopelliti. Del resto sono un po’ di settimane che certa stampa lo pompa. E lui, ringalluzzito, dice: io ci sono, anzi ci sono sempre stato. Ci sono sempre stato per la Calabria e prova ne è il fatto che oggi, grazie all’inchiesta “Mammasantissima”, sono emerse intercettazioni e testimonianze che dimostrano la volontà delle cosche di ostacolare la mia candidatura a governatore della Calabria proposta, allora, da Silvio Berlusconi.
Non c’è dubbio che le parole e il tono usato sono quelle di chi ha deciso di scendere in campo. Infatti il dottor Misaggi parla alla stampa da politico e si presenta come l’unto dal Cavaliere. Una unzione che cancella quella ricevuta da Occhiuto sempre dal Berlusca.
Non pecca di strategia il dottor Misaggi, e dice che lui ha tre idoli: Gaetano Paci, procuratore aggiunto di Reggio Calabria, il capo della Procura distrettuale di Catanzaro Nicola Gratteri e il giudice Romano De Grazia.
Di sicuro il dottor Misaggi avrà sentito o letto da qualche parte delle velleità politiche di Gratteri, e che quindi potrebbe essere essere il suo antagonista, e nonostante ciò lo chiama in causa nei suoi interventi sulla stampa, come esempio etico e morale da seguire. Per quanto galantuomini siano entrambi non si invita la gente a votare l’avversario. Una posizione che contrasta con il sano antagonismo politico. Evidentemente qualcuno lo ha rassicurato che non sarà Gratteri il suo antagonista, dato che lo stesso ha già stretto un accordo con Minniti o con Renzi che gli hanno promesso una solida posizione di potere nel loro probabile futuro governo. In cambio ovviamente di fermare tutte le inchieste sulla Regione e di conseguenza quelle su Cosenza.
Così Mario Occhiuto sarà candidato al Parlamento, dove potrà godere anche dell’immunità parlamentare, Gratteri avrà il suo ministero o qualche altra carica di prestigio e Misaggi sarà il prossimo candidato del centrodestra “unito”.
Ora il cerino passa al PD calabrese che, sfumata l’idea Gratteri, dovrà chiedere a Minniti cosa ne sarà di loro. Una cosa è certa: qualcuno per questa situazione di sfascio del PD dovrà pagare dazio, e Minniti sa bene a chi presentare il conto. Del resto la candidatura di Misaggi, e la sua elezione, potrebbero già far parte di un accordo politico del Pelato con il Berlusca in vista di una futura alleanza di governo. Un accordo che salva capre e cavoli: da un lato tutela Forza Italia e il PD da scomode inchieste, e questo sta bene sia al Pelato che al Berlusca, dall’altro Minniti si accaparra le simpatie del Cavaliere, mostrandogli le sue enormi capacità di apparare guai e garantire tutti che non avrà problemi a votarlo come primo Ministro.
E per quel che mi riguarda tè cuntatu u fattu…
GdD