Parlare dei rom….senza rom. L’altro giorno si è svolto un incontro al Garden in cui, oltre alla visione del film candidato all’oscar “A Ciambra”, ci doveva essere, oltre ai saluti istituzionali, un dialogo tra il regista e Fiore Manzo (coordinatore Fondazione Romanì Italia delegazione Calabria) e Claudio Dionesalvi.
Questo è quello che hanno comunicato fino a due giorni prima. Poi,all’improvviso, sono cambiati i programmi e hanno detto a Fiore che tagliavano il dialogo, lasciando i saluti istituzionali, naturalmente, con il regista ma sarebbe stato possibile fare una domanda al regista una volta finita la proiezione.
Da Delegato regionale della Fondazione Romanì Italia ho deciso, insieme agli altri ragazzi, di disertare l’evento e ne spiego i motivi. Non è assolutamente tollerabile che si parli di multiculturalismo e si tagli l’unica persona che fa parte dell’etnia di cui si deve parlare. Questa è una grave mancanza di democrazia. Ancora una volta c’è stata la solita paura del confronto e della voce dell’ “altro”. Hanno preferito far fare la passerella ai politici di turno, proprio quei politici che con le loro scelte scellerate degli ultimi decenni hanno contribuito, ovviamente anche con altri fattori, alla creazione di quei ghetti chiamati “campi rom”.
Luigi Bevilacqua
(Delegato regionale Fondazione Romanì Italia)