di Alessandra Codeluppi
Fonte: Il Resto del Carlino
Reggiolo (Reggio Emilia), 26 novembre 2017 – Gli investigatori dell’Antimafia di Bologna stanno facendo approfondimenti sull’omicidio di Villanova di Reggiolo, in cui ha perso la vita, giovedì sera alle 23, Francesco Citro, 31 anni, originario di Torre Melissa (Crotone), freddato a colpi di pistola sul pianerottolo della sua abitazione di via Giovanni XXIII, tre ore dopo l’incendio appiccato da qualcuno alla Golf da lui usata e intestata alla moglie. Ma il coinvolgimento concreto degli inquirenti della Dda al terribile fatto di sangue non va necessariamente, almeno al momento, fatto coincidere con il movente, che appare ancora incerto agli occhi di chi indaga.
Ultimamente Citro faceva l’autista per la ditta Melli trasporti, a Codisotto di Luzzara, dopo aver lavorato a Reggiolo. Gli uomini del reparto scientifico dei carabinieri ieri mattina hanno fatto un lungo sopralluogo nella casa di Villanova, dove, secondo una prima ricostruzione, Citro sarebbe stato attirato fuori dal suo appartamento da alcuni rumori e colpito al piano terra dal killer con uno-due colpi degli almeno sei sparati mentre era sul pianerottolo di mezzo tra il piano terra e il primo piano. Il 31enne, ferito, sarebbe riuscito a risalire fino alla porta di casa e qui sarebbe stato raggiunto da almeno altri due proiettili – di cui uno fatale al cuore – mentre altri sono finiti nell’abitazione, contro un mobile. La porta dell’appartamento di Citro appare ora crivellata da quattro colpi, sparati probabilmente dopo che il 31enne era riuscito a trascinarsi dentro casa e a chiudersi dentro.
I carabinieri hanno repertato tracce di sangue e impronte, su cui sono in corso analisi per verificare se siano riconducibili all’omicida. Ieri è stata fatta anche l’autopsia all’istituto di medicina legale di Modena, esame disposto dal pm Salvi. A ieri non risultavano iscritti nel registro degli indagati.
Amato invita alla dovuta cautela prima di trarre conclusioni: «La modalità di comportamento non è sempre significativa per inquadrare un movente». La possibile spiegazione da attribuire alla violenta morte di Citro appare al momento incerta. Lui risulta incensurato, a prima vista senza particolari legami con soggetti legati al mondo criminale, inserito regolarmente nel mondo del lavoro e in famiglia, padre di due bambini di sette anni e due anni e mezzo.
Lascia perplesso il modus operandi dell’omicida. Chi ha ucciso è la stessa persona che ha appiccato il fuoco all’auto? Forse con l’incendio si voleva attirare fuori il 31enne, ma qualcosa è andato storto e si è pensato di ucciderlo in un secondo momento? Se fosse andata così, chi ha ucciso ha sfidato davvero la possibilità di essere scoperto in un luogo che già tre ore prima era stato visitato dai carabinieri. Chi ha ucciso può essere collegato a un contesto mafioso o il movente è maturato in un altro ambito? Tutte domande ancora prive di risposta.
Ieri i carabinieri hanno lavorato senza sosta per raccogliere parziali ma indispensabili versioni dell’accaduto, con l’obiettivo stringente di ricostruire quei momenti di terrore che hanno spezzato la vita al 31enne e sconvolto un’intera comunità.