Politiche 2018, Pd: Bianca Rende, prove tecniche di poltrona

L’occasione per mettersi in mostra agli occhi dei maggiorenti del PD, questa volta, per le pasionarie del PD cosentino, è arrivata dalla giornata nazionale contro la violenza sulle donne. Un tema che le Simone de Beauvoir  de’ noantri conoscono a menadito. Un’opportunità che il nutrito gruppo di femministe da salotto e ristorantini alla moda, non ha inteso perdere. La posta in gioco è alta: con l’aria di cambiamento che tira in Calabria dentro al PD, si è aperta una porticina per una possibile candidatura, nel listino bloccato, di qualche volto nuovo. Femminile si intende.

E questo le militanti femministe del PD cosentino, che si battono da tempo per la parità di genere nei Resort della Polinesia, lo hanno capito bene. Ed è sempre più evidente che quella che si presenta loro è una partita che vogliono giocarsi fino in fondo. Ma per attrarre l’attenzione maggiormente su di loro, c’è bisogno di intensificare l’attività politica/sociale nei territori. C’è bisogno di far credere ai pezzotti del PD che il loro è un gruppo iperattivo in città, e non solo. E per le azioni di salvataggio giornaliero che compiono, sono ben viste da tutta la città. Ovviamente è solo “l’impressione che devono dare di loro”, quello che conta. Anche perché al di là di qualche convegno palloso per dame di carità e borghesia decaduta, a Cosenza, le femministe del PD (e aria circostante), non sono mai andate. Di frequentare i luoghi del disagio sociale, dove la violenza sulle donne è tristemente un dato giornaliero, non gli passa neanche per l’anticamera del cervello… figuriamoci di salvare qualcuna, che magari abita in un campo Rom, quanto gliene importa! L’ elevato stato sociale non consente loro di affrontare materialmente il “fenomeno”. Il rango di femministe intellettuali impone loro l’analisi del fenomeno solo a livelli teorici. Mai andare oltre, mettere le mani in pasta risulterebbe pacchiano agli occhi di certa intellighenzia femminil/borghese. Uguaglianza sì, ma ognuno a casa sua.  E chi una casa non ce l’ha, si arrangi.

E così il gruppone aristocratico tutto al femminile, armate di bagagli e bagattelle, da tempo rincorre Renzi in ogni dove: prima il treno, poi Montecitorio, ora la Leopolda, domani la settimana bianca a Cortina, e così via.

E’ questa la loro strategia: vendere la loro immagine, di volti nuovi e rassicuranti del PD cosentino, frequentando e partecipando a tutte le iniziative dove si riunisce il gotha del PD. Su tutte spicca, come un girasole in un campo di margherite nane, Bianca Rende. E’ lei il volto nuovo. E’ “l’idealtipa” della società civile cosentina. Quella che va a teatro, che manda i figli all’università fuori. Quella che la cultura prima di tutto. Insomma la renziana perfetta.

Bianca ha capito che la possibilità di poter andare in parlamento è concreta. Ha già parlato con Renzi nel treno, e a Renzi è piaciuta. Del resto il calcolo è semplice: nel listino bloccato qualche renziana cosentina – viste anche le cosiddette quote rosa e se consideriamo che come maschio (si fa per dire) c’è già Carletto Guccione in quota Orlando – Renzi dovrà pure mettercela. E chi se non Bianca. Forse Madame Fifì? O la Gatta Morta? Non se ne parla proprio!

Non a caso, dopo le prove tecniche di poltrona alla Camera con la scusa della giornata contro la violenza sulle donne, tutto il gruppone femminista, con a capo Bianca, è corso subito alla Leopolda per continuare a mettersi in mostra e ad esibire la sua totale dedizione alla causa.

Brava a Bianca che piano piano, e trasiannu trasiannu, oltre a mettere a punto un piano perfetto, con eleganza e stile è riuscita a conquistarsi, forse, un posto in paradiso. Al di là di tutto io tifo per te.

GdD