Unical, il trionfo della massoneria sotto gli occhi di Minniti, Bindi e gattopardo

Sulla stampa (anche di regime) delle settimane sorse sono state pubblicate le vicende dei sette professori di diritto tributario di Firenze messi agli arresti domiciliari da lunedì 25 settembre con l’accusa di corruzione per aver truccato le procedure per l’abilitazione universitaria. Altri 22 docenti sono stati sospesi dall’insegnamento per dodici mesi, mentre il numero totale degli indagati dalla procura di Firenze in quella stessa inchiesta è 59.

Le accuse vanno dalla corruzione all’induzione indebita e alla turbativa del procedimento amministrativo. Molti degli indagati, in quanto membri delle commissioni nazionali nominate dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per rilasciare le abilitazioni all’insegnamento, sono pubblici ufficiali.

Nonostante questa triste pagina di storia per l’Università Italiana, l’Università della Calabria, comandata dal massonissimo Babbo Natale (che di Santa Claus ha solo la fisionomia e la stazza, visto il suo menefreghismo e ci dicono anche la sua puerile cattiveria), rimane fuori dalle inchieste della Procura di Cosenza per grazia ricevuta. Molti si chiedono il perché. Ma trovare una risposta non è poi tanto difficile. Lo scriviamo da mesi ormai: il procuratore-gattopardo Mario Spagnuolo ha fatto affari e soldi con l’informatica grazie all’ineffabile professore Guarasci (quello che trucca i concorsi con Crisci) e il suo sostituto anziano Bruno Antonio Tridico è stato premiato con l’assunzione della compagna dopo aver fatto ridere tutta Italia con la sua inchiesta sui falsi esami all’Unical che ha assolto tutti i “pezzi grossi”.

E così succede che Crisci sta allo stesso tavolo con Minniti, la Bindi e Spagnuolo e si prende addirittura la libertà di dare la mano al ministro dell’Interno con le modalità massoniche (il dito indice della mano destra staccato dal resto delle dita) sotto gli occhi di quell’incapace di Rosy Bindi, che fa guerra alla massoneria soltanto a chiacchiere. 

Del resto, si tratta degli stessi personaggi che stanno tranquillamente a braccetto con don Ernesto Magorno, affiliato al clan Muto e Madame Fifì, al secolo Enza Bruno Bossio, la cui ultima campagna elettorale è stata finanziata – tra l’altro – dalla clinica del clan Muto. Entrambi clamorosamente all’interno di una Commissione Antimafia semplicemente ridicola.

La situazione dell’Università della Calabria pertanto può degenerare senza problemi, tanto nessuno toccherà nessuno. L’8 novembre scorso si è verificato quello che abbiamo anticipato un anno fa: la vittoria del concorso dirigenziale predestinato e costruito ad hoc del dottore Roberto Elmo.

Successivamente anche Repubblica è stata costretta a scrivere che non solo nel Dipartimento di Guarasci si truccano i concorsi e il Tar li annulla ma si ripresenta lo stesso candidato che ha barato tanto l’impunità regna sovrana.

Prossimamente ci sarà anche un aumento di mansioni e di soldini per la bionda dissennata del primo piano, che dopo le battute veritiere di donna Rosa (http://www.iacchite.com/unical-guerra-tra-bande-i-racconti-di-donna-rosa/), fa finta di niente, ma continua a scegliere ditte e a fare le scarpe al suo capo Fabbricatore seminando odio con Babbo Natale.

L’ex capo dell’ufficio stampa, Ciccio Kostner, dopo mille tentativi di ripresa e di ricorsi, pare si sia rassegnato alla volontà del supremo rettore, che con il placet del Dimeg e del suo vero direttore Saccà continua, nell’ombra, a governare l’ateneo.

Raffaele Perrelli, solo intellettuale in questa bolgia di peccatori, sembra ormai sempre più un pesce fuor d’acqua. Il buon Franco Rubino, sperando in una sua condivisa candidatura a rettore, tesse rapporti con stato e antistato, regalando incarichi, dottorati di ricerca e tante altre cose ancora. Ma Gino Crisci, mentre ostenta la chiusura del Diatic, comincia ad alimentare (chiediamoci come) altri studenti (rappresentanti) per barcamenare nel tormentoso oceano dell’università.

Il prorettore Luigino Filice (che si vuole candidare a Rettore a tutti i costi) invece fa finta di non sapere e non vedere che nelle residenze universitarie molti dipendenti e molti studenti sono abusivi. Ma Filice non può parlare altrimenti gli tolgono i suoi scheletri fuori.

Altro schifo sono i fondi destinati alle associazioni studentesche. Le uniche a percepire di più sono quelle gestite dal dottore di ricerca (promosso e sostenuto da Rubino a discapito di gente meritevole e preparata) Diego Mazzitelli, consigliere di amministrazione in quota studenti, col voto telecomandato dal rettore. Che continua ad esaltare la “sua” massoneria, tanto anche Minniti e la Bindi ridono quando gli dà la mano come un “fratello”. Ovviamente deviato…