Dopo aver condotto e vinto le amministrative (2016) all’insegna delle promesse e della sicura realizzazione di un nuovo ospedale a Cariati, da allocare nella struttura dell’ex ospedale pubblico, chiuso nel 2012 dal “camerata” di merende don Peppino Scopelliti, al quale reggeva lo strascico Robertino Occhiuto – oggi presidente parassita della Regione – iGreco hanno fatto di tutto per “rifiondarsi” e ripiombare sul business.
Questa volta l’ospedale (sempre lo stesso) avrebbero voluto realizzarlo nella struttura di loro proprietà sita a Cariati sulla strada statale 106. Si tratta di un vecchio e fatiscente palazzo realizzato negli anni 70 dal defunto padre Tommaso (ammazzato a colpi di lupara nel 2001).
In pratica, quei mattacchioni e buontemponi di Filomena e Saverio (i)Greco volevano far passare un’opera di ristrutturazione di un immobile fatiscente, per l’avvio e la prossima apertura di una struttura ospedaliera. Per costruire – a tutti i costi – l’ospedale s’era perfino dichiarato il falso sul fatto che l’area individuata per far nascere il nuovo nosocomio di Cariati ricadesse in zona classificata a rischio frane “R3” del vigente Pai Calabria, il piano di assetto idrogeologico. In una terra martoriata dalle alluvioni e dalle tragedie anche recenti bisognava far risultare che le carte fossero tutte in ordine. Tutto grazie alla figura-chiave dell’inchiesta rappresentata da Giuseppe Fanigliulo, responsabile dell’ufficio tecnico comunale assunto senza concorso con incarico fiduciario, che rendeva tutto possibile e fattibile su richiesta de iGreco. E ci sarebbero anche riusciti se non fosse intervenuto Facciolla.
I furbastri della sagrada familia iGreco si sono attivati nel richiedere ed ottenere pareri favorevoli, compiacenti e di massima, dal Dipartimento alla Salute della Regione Calabria. Pare che in Regione avrebbero espresso parere favorevole a trasferire due delle tre cliniche in loro proprietà a Cariati. Mentre l’amico/nemico Palla Palla dormiva sonni tranquilli in virtù del patto di non belligeranza siglato con iGreco, a Cariati si assisteva ad una sorta di transumanza delle mucche, anzi delle bufale: possibile che ‘ste benedette cliniche migrano di giorno in giorno, prima a Rende e mo a Cariati?
La verità ovviamente era un’altra: la sindaca di Cariati, socia in affari delle cliniche, avrebbe dato parere positivo al fratello (!!!) Saverio all’avvio dei lavori. Possibile che iGreco siano stati così sprovveduti? Ma non lo sapevano che esiste un conflitto di interessi o interesse privato e/o abuso grande quanto una clinica privata? O forse erano stati convinti da qualcuno che la magistratura non li avrebbe toccati?
Ma di verità ce n’era un’altra ancora: la sindaca iGreco, lo sanno pure le pietre a Cariati e dintorni, è una incapace di prima categoria, la Raggi al suo cospetto appare come la Merkel, e ben 4 consiglieri di maggioranza erano pronti a mandarla a casa avendo creato un gruppo autonomo. Ormai a Cariati “unna potia vidir chiù nessunu”, la sua popolarità era ai minimi termini ed ecco allora la trovata dell’ospedale privato per salvare la sua poltrona di sindaca e spianare la strada al secondo successo elettorale del 2018. Insomma, un’altra triste storia sulla pelle degli ignari cittadini che ancora aspettano “u post” aru spitali de bufale.
E che ancora hanno avuto il “coraggio” di ricandidarsi lo scorso anno alla guida della città ma questa volta con il “boss” in persona ovvero Saverio Greco, che è stato “trombato” alla grande, dal momento che la gente gli ha preferito persino un suo mezzo parente, Cataldo Minò. Ma poiché al peggio non c’è mai fine, ecco che la first lady è tornata in lizza per le Europee sotto le insegne di Renzi, è stata già giudicata “impresentabile” addirittura dalla Commissione Antimafia e si spera vivamente che abbia lo stesso esito elettorale del fratello. Povera Calabria nostra!