Cosenza, il maxisequestro del gattopardo. Parla Ioele: “Ma quali 22 milioni! L’inchiesta è una bufala”

Il procuratore della Repubblica di Cosenza, Mario Spagnuolo alias il gattopardo

Come volevasi dimostrare. In ogni atto del porto delle nebbie (per i nuovi di Iacchite’: la procura della Repubblica di Cosenza) c’è del marcio e ci sono interessi inconfessabili che portano a sanzionare le persone che non hanno coperture e protezioni nelle lobby di potere vicine al gattopardo ovvero il procuratore Spagnuolo. Abbiamo già scritto che l’ultimo maxisequestro di beni sbandierato come l’operazione del secolo altro non è che la solita persecuzione ai danni di un soggetto – l’imprenditore Antonio Ioele – che non sarà uno stinco di santo ma che non è certo quello che dipinge questo magistrato corrotto e impresentabile. Per non parlare della “bufala” dei 22 milioni… E così abbiamo deciso di pubblicare la sua nota di replica alle buffonate del porto delle nebbie. 

di Antonio Ioele

In merito alle notizie diffuse dal procuratore della Repubblica di Cosenza Mario Spagnuolo e riportate da molti organi di stampa (compreso il vostro) relativamente al procedimento per misure di prevenzione e sequestro dei beni, devo precisare quanto segue.

Premetto di essere persona incensurata non avendo riportato ad oggi nessuna condanna definitiva, anche se sono stato presentato come un delinquente socialmente pericoloso…

Il valore dato ai beni sequestrati è assolutamente falso. I beni posti in sequestro hanno un valore, per eccesso, non superiore a 1 milione 600 mila euro e non di 22 milioni di euro, che è una cifra inventata di sana pianta.

Nessuno di questi beni è di mia proprietà.

Tutti i predetti beni sono stati interessati da un fallimento che è stato revocato nello scorso mese di agosto anche se questa notizia non è stata inspiegabilmente comunicata dal signor procuratore della Repubblica.

Preciso ancora che questa inchiesta, sotto altra veste, è – tra procedimenti penali, tributari e fallimentari – la sesta (!!!) che vede la mia persona e tali beni oggetto di indagine.

L’enfasi con la quale è stata data la notizia stupisce perché viene presentata come una sentenza definitiva di condanna ed è invece l’ennesima inchiesta da parte della procura contro di me che andrà verificata dai giudici.

Mi auguro che non sia la notizia di fine anno utile per raggiungere i numeri richiesti per le statistiche che devono essere comunicate al Ministero.

Sono queste le ragioni per cui chiedo che venga data la medesima rilevanza che è stata data fino ad oggi ad una indagine che è tutta da provare e per la quale mi dichiaro sin da ora totalmente estraneo e vittima.

In fede,

Antonio Ioele