Oggi vi raccontiamo la prima parte della storia di Andrea Gentile, figlio di Tonino, uno degli impresentabili delle Politiche 2022, che è stato candidato da Forza Italia nel collegio camerale di Cosenza-Tirreno per grazia ricevuta ed era stato sconfitto pesantemente da Anna Laura Orrico del M5s, che aveva ripetuto l’impresa riuscita a Misiti 4 anni prima. Ma il Cinghiale jr., che era stato sconfitto per una manciata di voti, non si è arreso e dopo aver ottenuto il riconteggio, oggi ha conquistato il seggio alla Camera al posto di Elisa Scutellà.
IL CINGHIALE JR IN PARLAMENTO (https://www.iacchite.blog/seggi-calabresi-contesi-alla-camera-il-cinghiale-jr-ottiene-il-riconteggio-ecco-chi-sara-la-sacrificata/)
Il nome di Andrea Gentile (per i lettori più “vecchi” di Iacchite’ semplicemente Cinghiale jr) sale alla ribalta delle cronache nazionali a febbraio 2014 quando esplode il caso Calabria Ora e vale a dire il blocco delle rotative del quotidiano imposto dallo stampatore Umberto De Rose al direttore e all’editore per impedire che uscisse fuori la notizia dell’avviso di garanzia per il rampollo del “Cinghiale ferito” ossia Tonino Gentile. E’ allora che Tonino u nivuru diventa improvvisamente il Cinghiale perché lo stampatore, per convincere il figlio dell’editore a nun fare u fissa, ricorre proprio a quella metafora del cinghiale ferito per definire la rabbia del soggetto. Che in effetti ricorda molto (e in tutti i sensi) il cinghiale, viene quasi da chiedersi come mai nessuno se ne sia accorto prima (grande Umberto!).
Andrea Gentile era stato indagato per il procedimento meglio conosciuto come “Parcelle d’oro all’Asp”. Trentotto anni, avvocato, Gentile junior è il primogenito del Cinghiale e da tempo era stato avviato alla professione e ai relativi trucchi del mestiere, visto che il padre è il padrone incontrastato della sanità cosentina da decenni e che gli incarichi legali all’Asp sono una sua esclusiva. Si è laureato alla Luiss il giovanotto, mica pizze e fichi e poi è rimasto ancora lì a fare l’assistente. E – come vedremo – ha avuto un maestro importante. Ma prima è necessario che vi spieghiamo come funziona il sistema del Cinghiale per gli incarichi legali all’Asp.
Altro capitolo è rappresentato dalle spese legali fuori controllo, che costano all’ente oltre due milioni di euro l’anno e che interessano un gruppo molto ristretto di avvocati incaricati della difesa dell’Asp che soccombe “regolarmente” in ogni lodo arbitrale.
Fatto interessante è che anche gli arbitri nominati dall’Asp nei numerosi collegi sono sempre gli stessi: avv. Nicola Gaetano, avv. Enzo Paolini, avv. Oreste Morcavallo, avv. Angelo Carmona, avv. Domenico Giugni, avv. Nicola Abele.
Tra questi emerge l’avv. Nicola Gaetano da Paola, altro fedele colonnello del Cinghiale, che, nel giro di due anni ha incassato un corrispettivo per parcelle professionali di ben oltre 900.000,00, euro in aggiunta a tutti gli altri incarichi di difesa che lo stesso ha ottenuto e che matureranno o sono maturati per un importo quasi analogo a quello sopra riportato. E Nicola Gaetano, dopo la laurea e dopo gli anni di assistente alla Luiss, ha preso in carico il rampollo del Cinghiale, facendogli “guadagnare” i primi soldoni.
A tale proposito, la Commissione d’accesso mandata nel regno del Cinghiale rileva che a settembre 2012 sono state liquidate dall’Asp somme pari ad €. 850.000,00 a titolo di interessi a seguito di atto transattivo tra il direttore generale Scarpelli e le case di cura ricorrenti. Tale atto transattivo è stato fortemente e formalmente contestato dal sub-commissario, generale Pezzi, che ha bloccato il pagamento dell’importo da parte della BDE, a titolo di sorte capitale, stabilito dal lodo arbitrale a favore delle case di cura ricorrenti (Madonnina, Sacro Cuore, Villa del Sole). Quale la necessità e l’urgenza da parte del direttore generale Scarpelli a procedere alla sottoscrizione dell’atto transattivo ed alla immediata liquidazione dell’importo relativo agli interessi, ancora prima di accertare la legittimità dell’atto da parte della BDE? Beh, non c’è neanche bisogno di rispondere.
IL PIGMALIONE DEL CINGHIALE JUNIOR
Angelo Carmona non è l’ex centrocampista dell’Atalanta ma un docente di diritto penale alla Luiss. Il docente che aveva come assistente Andrea Gentile, il figlio del Cinghiale. È lui il protagonista degli altri arbitrati milionari registrati durante il periodo di gestione di Gianfranco “Mozzarellone” Scarpelli. Lui ed Enzo Paolini. Perché Paolini e Gentile sono in sintonia da una vita sotto questi aspetti. Interventi “chirurgici”, precisi, con tante cliniche che ne hanno beneficiato e avvocati e dirigenti che si sono costruiti una posizione economica.
Così aumentano la loro ricchezza questi signori della politica sanitaria. Con i nostri soldi. Quelli della sanità che dovevano servire a curare i nostri anziani, i malati mentali, i portatori di handicap. E qualcuno continua a dire che questi avvocati sono persone serie. Sì, serissimi, ma solo per i loro affari. Altro che bene comune!La procura di Cosenza, allertata da decine di proteste e di esposti, è costretta ad aprire un’inchiesta e coinvolge nel calderone anche Andrea Gentile, poi arriva anche lo scandalo del giornale e il Cinghiale è costretto a dimettersi dalla carica di sottosegretario che aveva appena conquistato dal governo Renzi. Ma l’animale non demorde e giorno dopo giorno crea i presupposti non solo per tornare a sedersi allo stesso posto ma anche per “piazzare” la gioia di papà.
LE INCHIESTE NEUTRALIZZATE, IL RITORNO AL GOVERNO E L’ISTITUTO TUMORI
La prima cosa da fare è apparare le inchieste giudiziarie e quindi quella sulle “parcelle d’oro” e quella relativa al blocco delle rotative. Per quest’ultima, grazie alla reticenza dello stampatore De Rose, Gentile ne esce subito lasciando ogni grattacapo al malcapitato sodale, che è stato rinviato a giudizio e sta subendo il processo, che procede a dire il vero abbastanza stancamente.
Quanto alle “parcelle d’oro”, Gentile riesce subito a fare archiviare la posizione del figlio con lo stesso “sistema”: si accollano tutto Nicola Gaetano e Gianfranco Scarpelli, che proprio recentemente sono stati condannati in primo grado rispettivamente a 1 anno e a a 2 anni.
E così tutto è pronto per il suo ritorno trionfale a sottosegretario e anche per trovare un bel posticino al rampollo. Il tutto a gennaio 2016 a poche settimane dalla sua nuova nomina a sottosegretario.


Vi risparmiamo la parte nella quale afferma di avere i requisiti (quali, poi?) per avere accesso nel “carrozzone politico-sanitario” dell’INT e analizziamo insieme invece le balle che spara quanto all’aspetto politico della sua nomina.
“… Colgo con rammarico – afferma il figlio del Cinghiale – il fatto che la mia nomina venga strumentalizzata a fini politici, non riesco a dare altra spiegazione a questo incredibile clamore, essendo passati già diversi mesi dalla mia indicazione ed essendo avvenuta questa molti mesi prima della nomina di mio padre a sottosegretario…”.
E veniamo alla verità.

Ecco il testo dell’articolo firmato da Simona Ravizza sul Corriere della Sera che riguardava il figlio del Cinghiale.
“… Il loro compito è prendere le decisioni strategiche per il futuro dell’Istituto dei tumori, gioiello dell’oncologia a livello nazionale. Ma nella scelta dei sette membri del suo cda più del merito sembra aver contato, ancora una volta, il peso politico. Il caso eclatante, su cui ieri è scoppiata la polemica, è la nomina di Andrea Gentile. Avvocato, autore di saggi con titoli del tipo «Il fenomeno migratorio: le recenti sanzioni penali e i mutamenti della realtà metropolitana», il suo atout principale appare quello di essere il figlio di Tonino Gentile, sottosegretario allo Sviluppo economico del governo Renzi nonché senatore di Ncd, lo stesso partito di Beatrice Lorenzin, il ministro che l’ha nominato…”.
La polemica è addirittura bipartisan: «Per la prima volta in vita mia rischio di trovarmi d’accordo con Alfieri – rilancia Paolo Grimoldi, deputato della Lega Nord -. Condivido le stesse perplessità sulla scelta. Peccato che la nomina sia di esclusiva competenza del governo Renzi».
Basta scorrere l’elenco degli altri consiglieri del cda per capire che praticamente nessuno è lì esclusivamente per le sue competenze: il presidente Enzo Lucchini arriva dal Pirellone dov’era uno degli uomini di Mario Mantovani, Andrea Gambini è in quota Lega, Carolina Pellegrini è un ex assessore regionale in quota Pdl, Alberto Mattioli è l’ex vicepresidente della Provincia di Filippo Penati, Francesca Zanconato è la moglie dell’ex ad dell’Eni Paolo Scaroni“.
Come da consolidata tradizione, il Cinghiale ha atteso pazientemente che passasse la bufera, nel frattempo ormai aveva piazzato il figliolo e – visto che c’eravamo – a luglio del 2017 ha anche celebrato alla grande il suo matrimonio facendogli una promessa. Se tutte le cose vanno come devono andare, non passerà neanche un anno e sarai deputato. Sputa che ci indovini! Nel breve volgere di qualche mese, il Cinghiale ha pensato la “mossa” geniale: lascio al suo destino la Lorenzin e me ne torno da Berlusconi. Ovviamente non mi candido ma il Cavaliere non potrà dire di no al Cinghiale junior. Detto, fatto.
Ma l’anno del Signore 2018, ahiloro, non era certo quello ideale per piazzare rampolli in Parlamento. L’onda lunga del M5s si abbatte anche sul Cinghialotto e così il dottore Misiti riesce a passare al suo posto e a far diventare “storica” la trombatura di un Gentile, alla quale appena due anni dopo seguirà quella ancora più clamorosa del Cinghiale vecchio (Pino Gentile) alla Regione, che in realtà non fu determinata dagli elettori ma dalla assurda composizione della lista…
Andrea Gentile sarebbe comunque entrato in Parlamento, con 3 anni di distanza, dopo l’elezione di Roberto Occhiuto a presidente della Regione, al culmine di una nuova pax mafiosa tra le due famiglie. Nonostante il can can e la pletora di cani all’osso per il collegio uninominale di Cosenza-Tirreno, Andrea Gentile è stato candidato e stavolta tutti – ma proprio tutti – dicono che nel 7 collegi calabresi ci sarà “cappotto” del centrodestra. E così, sia pure con qualche anno di ritardo, riparte l’operazione #senzavergpgna: come ti (ri)piloto il Cinghiale jr in Parlamento. A breve la seconda parte.