(ANSA) – OPPIDO MAMERTINA (REGGIO CALABRIA), 28 FEB – Ha ucciso il marito mentre dormiva colpendolo alla testa con una roncola ed è stata arrestata dai carabinieri. E’ accaduto a Castellace di Oppido Mamertina, nel reggino. La donna arrestata è Maria Giuseppina Barca, di 63 anni. La vittima si chiamava Rocco Cutrì ed aveva 71 anni. Ad arrestare l’uxoricida sono stati i carabinieri della Compagnia di Palmi e della caserma di Castellace, insieme a quelli del Nucleo investigativo del Gruppo di Gioia Tauro.
Tra Maria Giuseppina Barca c’erano da tempo rancori e dissapori provocati dalla morte del figlio della coppia, Domenico, ucciso nel 2008 al culmine di una lite. Rocco Cutrì, tra l’altro, sarebbe stato vicino alla cosca “Alvaro-Violi-Macrì” della ‘Ndrangheta ed era il suocero di Carmine Alvaro, presunto esponente di spicco del gruppo criminale.
Secondo quanto è emerso nel corso delle indagini avviate nell’immediatezza del fatto – coordinate personalmente dal Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Palmi (RC), dott. Ignazio Vallario, intervenuto sul posto – e concentrate sulla ricostruzione delle ultime ore della vittima -, l’uomo avrebbe trascorso la giornata a casa con la moglie che, verosimilmente per rancori e dissapori maturati negli anni a seguito della morte del figlio Domenico, ucciso nel 2008 a Sinopoli (RC) a seguito di una lite per futili motivi, avrebbe aggredito il marito nel primo pomeriggio, mentre questo dormiva, colpendolo alla testa con una roncola. Le ferite riportate non hanno lasciato alcuno scampo all’uomo, che è deceduto prima dell’arrivo dei sanitari allertati dal figlio, resosi per primo conto dell’accaduto.
La vittima, nota ai Carabinieri per la vicinanza alla cosca “ALVARO-VIOLI-MACRÌ”, era il suocero di Carmine Alvaro, 65 anni, detto “u cuvertuni”, affiliato di spicco del predetto gruppo criminale, il cui spessore criminale è emerso nell’ambito delle indagini susseguitesi sul sodalizio criminale sin dagli anni ‘80 con l’indagine “PRIMA”, tanto da scontare la condanna per associazione di tipo mafioso in regime detentivo speciale (art. 41-bis dell’ordinamento penitenziario).
La roncola verosimilmente utilizzata per colpire a morte Cutrì, sporca di sangue e compatibile con le ferite rilevate sul cadavere, è stata rinvenuta dai militari nel giardino di una casa disabitata vicina all’abitazione dei Cutrì.