Monsignor Salvatore Nunnari, vescovo emerito di Cosenza, torna a far vedere in pubblico il suo faccione di prete quantomeno discutibile. Perché è facile ciarlare di presunte malattie ma quando c’è da farsi vedere e magari (!!!) recuperare anche un po’ d’immagine dopo che le Iene lo hanno sputtanato su scala mondiale, Nunnari è sempre in prima fila.
Oggi Nunnari sarà a Bisignano a celebrare messa per la festa del Santissimo Crocifisso. Meno di un mese fa al Sant’Umile era ospite il prete comparso nell’inchiesta delle Iene, don Giuseppe Leone. Non sappiamo se costui è ancora al Santuario a espiare le sue pene. Ma Nunnari c’è eccome: ma davvero il vescovo emerito e quel buffone del vescovo in carica credono che la gente abbia le fette di prosciutto sugli occhi e non sappia giudicare?
Questo è il nostro pensiero. Insieme al nostro, ci piace dare spazio ad un cittadino che ci ha chiesto di poter intervenire rispetto alla questione.
Viviamo in un tempo di prova in cui è più facile vedere le tenebre che la luce. Il tempo si è fatto scuro perché l’ombra delle cose materiali si è estesa sul mondo. L’umana debolezza e gli stessi peccati degli uomini hanno finito per indebolire anche la fede più salda azzerando la capacità di vedere la luce.
Il dramma è che non si capisce nulla del tempo in cui si vive. Persino la chiesa è sempre più schiava dei vizi degli uomini e meno impregnata della libertà che nasce dallo Spirito Santo. Là dove regnano forme ciniche, corrotte e nichiliste dell’amore di Dio non può esistere la Chiesa.
Nel momento in cui tutto appare confuso, come sta avvenendo nella Diocesi cosentina e per i fatti pubblicati nelle cronache degli ultimi mesi, con riferimento anche alla condotta non troppo virtuosa di alcuni prelati e monsignori, il tempo dello Spirito Santo conduce al nulla i potenti e trova le vie impensate per mostrare agli uomini la divinità della Chiesa e la sua opera di santità.
Chiunque abbia avuto la fortuna di incontrare un Santo non troverà difficile parlare di bellezza, di amore e di umiltà. Al contrario, davanti allo scandalo delle Diocesi e a chi nega l’evidenza di certe morti bianche, rifugiandosi nel porto delle nebbie, il cuore umano trema e la morte al calvario si ripete.
Il Signore quando attecchisce nell’intimo è come un fiore assetato di caldo sole. Nulla a che fare con il buio che attende tremolante l’alba e confonde la verità con la morte. Pur costretti a una doppia vita non si sfugge al volto di Cristo neanche quando si tratta di servitori della chiesa e ministri di Dio.
Alberto De Luca