Nessun collegio uninominale vinto e percentuali in picchiata di quasi dieci punti rispetto al precedente del 2013. Su questi due dati di sintesi si misura la disfatta del Pd calabrese, che alle elezioni si è rivelato non competitivo in tutti i territori, con candidati alla Camera e al Senato nettamente superati dagli avversari del Movimento 5 Stelle e del centrodestra.
La fotografia spietata del fallimento del Pd – oltre a Marco Minniti trombato nel collegio di Pesaro – è la disperata caccia alle poltrone di tre impresentabili, che entrano in Parlamento con i famigerati listini bloccati: Madame Fifì, al secolo Enza Bruno Bossio; Antonio Viscomi, il pessimo ormai ex vicepresidente della Regione (pensate cosa dev’essere uno che accetta di fare il vice a Palla Palla!) e don Ernesto Magorno, affiliato al clan Muto. C’è ancora da attendere qualche ora prima che la Corte d’Appello riferisca chi sono i 18 parlamentari (12 deputati e 6 senatori) che saranno eletti col proporzionale ma è molto probabile che ce la facciano. Una vergogna nella vergogna. Alla quale dovrebbe accodarsi lo stesso Minniti, che pare avesse un “paracadute” non si capisce ancora se a Venezia o in Campania. E’ quasi tragicomico sentire la strega parlare di “pulizia etnica” dopo tutti i soldi che ha succhiato in maniera instancabile per decenni. Finalmente siamo all’ultimo atto: poi la “signora” si accontenterà degli innumerevoli vitalizi che ha rubato insieme al marito. Aggrappati al potere fino all’ultimo dei loro giorni. Che tristezza!
Accennavamo che i democratici in Calabria hanno perso molto terreno rispetto alle Politiche del 2013, nelle quali il partito aveva raggiunto percentuali oscillanti tra il 22 e il 23%. Le urne stavolta hanno invece punito il Pd, che in Calabria al Senato ha ottenuto il 14,5% sul proporzionale, mentre alla Camera ha ottenuto il 13,4% al proporzionale Nord e il 15,4 al proporzionale Sud. Roba da mandare tutti a casa.
Quanto ai collegi uninominali, per il Senato il miglior risultato ottenuto dal Pd è stato a Catanzaro, con il 15,7% per la lista, mentre il peggior risultato è stato a Crotone, con il simbolo dei democrat fermo al 15,8%, un punto percentuale in meno di Cosenza.
Per la Camera, il miglior risultato del Pd si è registrato nel collegio di Vibo Valentia (19,3%) mentre è andata male soprattutto nel collegio di Castrovillari (11,8%). Tra i 10 candidati in quota Pd nei collegi uninominali nei quali è stata suddivisa la Calabria, si segnalano i risultati della candidata al Senato a Catanzaro, Aquila Villella, votata dal 15,5% della coalizione di centrosinistra, e del candidato alla Camera a Vibo Valentia, il deputato uscente Bruno Censore, al quale il centrosinistra ha garantito un 25,3% comunque sempre inutile. Per il Pd, che pure in Calabria continua ad essere (per fortuna ancora per poco) alla guida del governo della Regione, le Politiche 2018 si sono dunque concluse con un pesante tonfo rispetto al precedente del 2013, quando riuscì a eleggere 11 parlamentari. Adesso la deputazione del Pd, quella che sarà eletta nel proporzionale, si è ridotta a tre. Della serie: “siam rimasti in tre, tre somari e tre briganti…”.