Politiche 2018, gli impresentabili “trombati”: #ciaone a tutti

La famiglia iGreco insieme a Ernesto Carbone, Ferdinando Aiello e Brunello Censore

Diciamo che per qualche ora ieri sera in molti hanno cullato l’avverarsi del “sogno”, il fatidico I have a dream. Madame Fifì ara casa. Ma non è stato possibile, la magara ce l’ha fatta insieme a don Magorno e in extremis (il solito culo del “paracadutista”) anche a Minniti ed è chiaro che questo pezzo, a lungo cullato, non potrà essere lo stesso senza la loro “impresentabilità trombata”. Tuttavia, l’elenco degli impresentabili trombati è quantomai ricco e variegato e merita di essere ricordato.

Emiliano Morrone, grillino della prima ora, ci dà una mano nel compito.

In Calabria il Movimento 5stelle ha stravinto, superando ogni previsione, non solo del mitico Mago Orno. In parlamento non ci saranno Giacomo Mancini junior, Tonino Scalzo, Nicodemo Oliverio, Andrea Gentile, Mimmo Tallini, Piero Aiello, Franco Talarico, Brunello Censore, Pinuccio Galati, Ferdinando Aiello e Luigi Incarnato, tutti sconfitti (alla grande) nei rispettivi collegi. Nel tempo, un piccolo contributo l’ho dato pure io, con passaggi smarcanti alla Mimmo Cairo; dalle retrovie.

Mimmo Cairo, classe ’62, è un ex ragazzo di Cosenza che ha allietato le domeniche di migliaia di tifosi cosentini sugli spalti del Morrone e del San Vito indossando anche la casacca rossoblù con Nedo Sonetti a 17 anni. Poi ha deliziato il palato dei tifosi di mezza provincia, da grande regista di centrocampo qual era. Anche a San Giovanni in Fiore con la Silana di Emiliano. E ci piace pensare a lui snocciolando il rosario.

Le facce del sistema corrotto e ormai alla fine della corsa hanno i nomi di Giacomo Mancini, sul quale impazza la satira del cambio di casacca, dell’uomo forte dell’Opus Dei Tonino Scalzo, del Cinghiale junior. Maneggioni e vecchie lenze: Pinuccio Galati eroe dei due mondi ante litteram, Gigino “Tic Tac” Incarnato, dall’officina all’assessorato regionale ai Lavori Pubblci. E poi Ferdinando Aiello e il comunismo col culo degli altri, Brunello Censore e la sua politica “alternativa”.

Per chiudere il trio – fedelissimo ed artefice dei successi del gruppo iGreco e della filiera della chiarenza – manca Ernesto Carbone, salito alla ribalta delle cronache per il “ciaone” rifilato agli ambientalisti in occasione del referendum sulle trivelle, non ci aveva pensato proprio a mettersi in competizione con gli artisti sunnominati. Aveva spuntato un terzo posto nel listino del proporzionale al Senato nel collegio 1 di Rimini e sotto sotto ci sperava ma non ce l’ha fatta. Oggi il #ciaone è diretto a lui e a tutti i suoi compagni di merende.

Le velleità di Piero Aiello, del quale si era speso il nome per una eventuale candidatura a governatore, sono state clamorosamente ridimensionate a Catanzaro mentre Nicodemo Oliverio a Crotone non ha tratto alcun vantaggio dai voti di Sculco e Mimmo Tallini è rovinosamente caduto dal piedistallo. Così come Franco Talarico a Reggio Calabria.

Il buon Emiliano ha dimenticato nell’elenco fatidico Fausto Orsomarso, il pallone gonfiato della politica cosentina, sepolto dall’onda leghista nel proporzionale. Il che rende ancora più amara la bocciatura di Giacometto: ‘ccuru culu ruttu e senza cirasi. Senza offesa, per carità.