Milano, ghisa (vigile urbano) condannato: lanciata colletta tra gli agenti
Una lunga vicenda giudiziaria durata 13 anni. Ora il conto per il protagonista della vicenda, un agente della polizia locale di Milano, Francesco Bartucci, calabrese di Cosenza e in servizio a Milano ormai dal 2000, è salato: “120mila euro”, secondo il sindacato unitario di polizia locale (Sulpl). E la sigla sindacale, annuncia il segretario lombardo Daniele Vincini, “inizierà una raccolta fondi a livello nazionale per sostenerlo”.
La vicenda inizia il 14 maggio del 2005 quando una pattuglia dei ghisa, formata da Francesco Bartucci e Luigi Palumbo, viene inviata in via San Paolino: ci sono delle auto in sosta vietata che rendono difficile il passaggio dei mezzi pubblici. Staccano le multe e ripartono, ma dopo poco, scriverà Bartucci nell’annotazione, l’auto dei due vigili viene bloccata dai residenti della zona, tra cui Alessandro Aperti. La tensione sale e per strada ci sono 40 persone. Secondo la ricostruzione dei ghisa Aperti si sarebbe scagliato contro i vigili: minacce calci e insulti, così gli agenti chiedono rinforzi.
Bartucci viene medicato dai medici del Pini e dimesso con 20 giorni di prognosi. Aperti viene denunciato per violenza e lesioni a pubblico ufficiale, ma durante il processo viene assolto: secondo il giudice la ricostruzione della Locale non è veritiera e dà credito ai residenti. Ma il cartello di divieto di sosta c’era? Per i vigili sì, no per i residenti. E anche secondo Palazzo Marino non c’era il cartello, ma secondo la difesa di Bartucci il comune avrebbe utilizzato planimetrie non aggiornate, portando come prova una serie di contravvenzioni staccate e pagate dai cittadini.
Il cittadino viene giudicato innocente mentre per il ghisa scatta un’accusa per calunnia (e per falsa testimonianza per il collega). In primo grado il vigile viene condannato a due anni, poi scatta la prescrizione in appello. Durante il processo civile Francesco Bartucci viene condannato a pagare 25mila euro di risarcimento danni. Una somma che “sommata a tutte le spese legali sostenute e alla provvisionale”, precisa il Sulpl, fa balzare il conto totale “a circa 125mila euro”. Una cifra sproporzionata per il vigile e il sindacato ha fatto scattare una raccolta fondi.
Fonte: Milano Today