Politiche 2018, le amicizie di Jole mettono a cuccia Orsomarso

Pare che ancora ci sia qualche dettaglio da sistemare in Cassazione, ma la notizia dell’esclusione di Orsomarso dal Parlamento, e di conseguenza di Giacomo Mancini al consiglio regionale, sembra oramai cosa certa. Una seconda esclusione che arriva dopo la conferma del seggio a Vanda Ferro – dal quale si sarebbe dimessa a favore di Orsomarso –  nel collegio Calabria Sud da parte della corte d’Appello di Catanzaro che, a seguito del riconteggio dei voti, le assegnava il seggio dopo una prima esclusione a favore di Forza Italia. Ma alla decisione del ripescaggio di Orsomarso si è opposta con forza, mobilitando tutto il mobilitabile, Jole Santelli, che ha chiesto ed ottenuto un nuovo riconteggio dei voti da parte della corte d’Appello di Catanzaro, perché lamentava il “furto”, nel riconteggio che aveva ripescato Orsomarso, di quasi 4000 voti.

E così la corte d’Appello, pressata dalla Santelli che nel mentre aveva mobilitato anche Brunetta e persino Gasparri, dopo due giorni di duro lavoro ha decretato che le osservazioni mosse della Santelli sono da ritenersi fondate e che i quasi 4000 voti vanno riassegnati di nuovo a Forza Italia.

Insomma, una barzelletta (per non dire un piacere alla Santelli): prima la corte d’Appello toglie 4000 voti alla Santelli (FI) e li assegna alla Meloni (Fratelli d’Italia), e dice che Orsomarso è eletto, poi la Santelli si incazza, fa qualche telefonata e la corte d’Appello rettifica il primo verbale e riassegna i 4000 voti alla Santelli e quindi a Forza Italia e dice Orsomarso fuori, dentro Maria Tripodi. Il tutto senza un criterio logico/giuridico.

Certo è che se non fosse stato per il pressing della Santelli e le amicizie che ha messo in campo, Orsomarso ce l’avrebbe fatta. Ma la guerra intestina tra FI e il resto degli alleati del centrodestra (meloniani e salviniani), tenuta sempre nascosta e che oggi viene a galla, non ha permesso tregue di sorta. Morte tua vita mia. E’ questa la “direttiva” che tutti i politici in questi giorni seguono. E la Santelli, che come vi diciamo da tempo ancora ha forti agganci all’interno di certa magistratura, non ha perso tempo per decretare la morte politica di Faustino che cita Mandela.

Ma quali sono le conseguenze politiche di questa infamità della Santelli ad Orsomarso?

Le maggiori ripercussioni si potrebbero avere a palazzo dei Bruzi dove la presenza di orsomarsiani è la più concreta e tangibile: 3 consiglieri comunali e un mezzo assessore. Giuseppe D’Ippolito, Lino Di Nardo, Maria Teresa De Marco. Il mezzo assessore è Luciano Vigna, che non si è capito bene se ancora pratica il sabato fascista con il suo camerata Faustino, oppure se tutto il suo impegno è oramai profuso solo a tutelare quel gran truffatore di Occhiuto. Un Occhiuto evidentemente complice di Jole in tutta questa matassa.

Ora, se fossi al posto di Orsomarso, vista l’infamità ricevuta, non ci penserei su due volte a mandare tutti a casa. Ma siccome siamo di fronte a pavidi che pur di salvaguardare il proprio orticello, e di non perdere quei quattro pidocchi che elemosinano quotidianamente, vedrete che ingoieranno il rospo e con la code in mezzo alle gambe ritorneranno nelle loro cucce. Perché Orsomarso abbaia, abbaia, ma non morde. Del resto lo sa bene Occhiuto che l’ha già fatto con Vigna, a cani come Orsomarso basta buttargli un osso. E subito dopo ritorna a scodinzolare.