Iacchite’: Siamo con Stefano Catanzariti, esponente del comitato Piazza Piccola che da sempre si batte per il recupero e la dignità del centro storico di Cosenza, oggi bersaglio di un duro attacco del sindaco e del suo codazzo (a pagamento), per via del servizio andato in onda su Rai 2 nella trasmissione Nemo di cui Stefano è stato “protagonista”, e che all’amministrazione Occhiuto non è piaciuto per niente. Per amore di verità, parola distante dal sindaco anni luce, ci dici com’è nato questo servizio giornalistico?
Stefano: Certo. Sono stato contattato il 18 gennaio da una nota giornalista, Carmen Vogani, di Rai 2 Nemo (vedi screenshot), la quale mi diceva di aver avuto il mio numero e i miei riferimenti da un suo collega di Cosenza, ed era interessata a fare un servizio sul ponte di Calatrava e il centro storico di Cosenza. È chiaro che per l’attività politica che svolgo la proposta mi è apparsa da subito interessante e subito mi sono reso disponibile ad un incontro. E dopo diverse chiacchierate concordiamo di trovarci a Cosenza il giorno prima dell’inaugurazione del ponte di Calatrava, ovvero il 26 gennaio di quest’anno. E così è stato. Solo che invece della giornalista Carmen Vogani, perché impossibilitata, si presentò Nello Trocchia.
Iacchite’: E cosa fate?
Stefano: Lo stesso giorno (26 gennaio) iniziamo con Trocchia un giro per la città vecchia, mostrandogli a 360 gradi la grave situazione del centro storico, sia sotto il profilo strutturale che quello sociale. Durante il giro abbiamo incontrato tanta gente con la quale Trocchia ha scambiato qualche battuta, girando anche per qualche casa.
Fino ad arrivare a casa Cavoto sita in via Giuseppe Campagna all’interno di uno stabile fatiscente abitato anche da altre persone. Siamo sempre al 26 gennaio. La famiglia Cavoto, come da filmato, viveva a qual tempo in quello stabile, ed era da tempo che il nostro comitato segnalava quella drammatica situazione ai servizi sociali. Tant’è che nel mese di marzo dopo diverse battaglie e diversi incontri in Comune, finalmente i servizi sociali assegnano una casa dignitosa alla famiglia.
Di conseguenza, quando la famiglia Cavoto è stata intervistata da Trocchia, viveva lì, e questo è certificato. E il testimone oculare di questo è, niente di meno, che l’ex assessore Vigna, che all’epoca seguì tutto l’iter amministrativo per l’assegnazione della casa. Questa è la verità. Altro che figuranti! Certo, si può dire che il Comune ha risolto questo problema, ma dire che la famiglia Cavoto non viveva lì e che quell’intervista è un tarocco, è tipico di chi la pensa come la gatta della dispensa.
Iacchite’: Dopo la messa in onda del servizio, l’esercito di lecchini a pagamento con in testa il re dei bugiardi, Occhiuto, si è scatenato contro di te. Ti accusano di tutto. Di aver costruito una bufala con l’aiuto di qualche corrotto politico, di aver fabbricato notizie false, oltre ad essere un sovversivo, drogato e incitatore di violenza. E tutto perché qualche politico intrallazzone ti ha chiesto di mettere in cattiva luce Cosenza per far danno a Occhiuto. E per smontare il tuo sincero lavoro e avallare, invece, la tua malafede, hanno addirittura prodotto un video dove dicono che la signora sulla sedia a rotelle non vive a Cosenza ma a Rovito. E il giornalista prezzolato, al servizio di chissà quale potere forte, per rendere la cronaca ancora più “sensazionale”, l’ha collocata a Cosenza. Spiegaci.
Stefano: Dopo aver intervistato la famiglia Cavoto ci siamo diretti verso alcuni alloggi dell’Aterp nella zona 13 Canali. E qui Trocchia ha intervistato la signora che lamentava la caduta del soffitto nella camera da letto. Terminata l’intervista, attorno alle 16,00, sempre del 26 gennaio, ci siamo salutati. Io non ho accompagnato Trocchia a casa della signora sulla sedia a rotelle, che, francamente, neanche conosco. Come, e perché, sia finita nel servizio non lo so. Bisognerebbe chiederlo a Trocchia. Evidentemente ha ritenuto opportuno intervistare altre persone che vivono in alloggi popolari. In merito a chi c’è dietro di noi, dico che solo un ignorante, o uno che mente sapendo di mentire, può affermare che dietro di noi ci possa essere qualcuno. La nostra forza sta proprio nella nostra libertà da certe logiche e da certi apparati di potere. E’ la nostra storia che lo dice. E le nostre lotte lo dimostrano. Non serve aggiungere altro.
Iacchite’: Un altro aspetto della campagna contro di te è la vergognosa foto che i lecchini fanno girare sui social dove una persona oscurata dice: “magari crollasse così ci scappano una ventina di morti”. Lo scopo è quello di mettere in evidenza il vostro cinismo. È così?
Stefano: Come accade sempre se una frase viene estrapolata dal suo contesto, può assumere ogni tipo di significato. E si presta facilmente a 1000 strumentalizzazioni. Premetto che la persona oscurata che pronuncia questa frase si chiamava Guerino Sacco deceduto il primo febbraio di quest’anno. Guerino è sempre stato un nostro compagno all’interno della lotta per la casa. Ed era un vero e proprio proletario. Ha sempre vissuto in quel quartiere tra mille difficoltà e con grande dignità. Le parole che pronuncia Guerino erano la conclusione di un argomentato discorso, magari privo di sintassi, dove esternava tutta la sua rabbia verso chi da anni fa finta di non vedere la grande miseria che in quelle zone regna sovrana. Era un modo per mettere in evidenza il suo dispiacere attraverso un’iperbole. Come a dire (in maniera retorica): se qui non ci scappano almeno una ventina di morti non succede niente. Questo è. Strumentalizzare è sempre facile.
Iacchite’: il megafono dei lecchini dice che da questa storia ne hai tratto vantaggi, di che natura non si sa. È vero?
Stefano: nella vita ho dovuto sempre tirare avanti con le mie forze perché, come tutti sanno, non navigo certo nell’oro. E l’ho fatto sempre con onestà e dignità. Tutto ciò che ho, è perché me lo sono sudato, e la politica per me è stare con la gente, tra la gente e con i problemi della gente. Da tutto questo non ne ho mai tratto vantaggi o utilità di sorta. Questo non si discute. Affermare il contrario è disonesto.
Ma non è tanto questo che mi preoccupa, come non mi preoccupano gli attacchi mediatici del sindaco. Quello che mi preme è la soluzione dei problemi, più che la polemica. Ridare dignità alle persone e al centro storico è la sola di cui dovrebbe discutere un sindaco accorto, e vicino alla gente. E invece sono giorni che si accanisce contro di me per il sol fatto di aver detto quello che altri si ostinano a nascondere, non capendo, tra le altre cose, di arrecare preoccupazioni a chi mi sta vicino. La verità, per chi vuole vederla, è lì, tra quelle mura, in quei vicoli. E non saranno certo le offese del sindaco, che mi rimbalzano, a nasconderla.
Grazie.