Mercoledì 28 marzo, in seguito alla frattura del femore, i medici del pronto soccorso dell’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza, dispongono il ricovero di mia madre. I medici del reparto di Ortopedia del suddetto nosocomio, decidevano, quindi, di sottoporla ad intervento chirurgico per l’applicazione di una endoprotesi subito dopo
averla stabilizzata sotto il profilo clinico a causa, sia dell’età (90 anni) che delle sue patologie pregresse.
Il giorno successivo, nella stanza attigua e comunicante a quella ove restava mia madre, veniva ricoverata una signora.
La stessa doveva sottoporsi ad intervento di riduzione di frattura di una spalla. Entrambi gli interventi, quello di mia madre e quello della signora della stanza accanto, venivano fissati per giorno 3 aprile.
La mattina del 3 aprile la signora mi informa personalmente che il suo intervento è stato sospeso a causa del riscontro di un’infezione da stafilococco.
Nel già citato reparto di Ortopedia, viene chiamato per una consulenza un medico del reparto di Malattie infettive che, accertata la patologia, prescrive la terapia del caso. Nella stanza della signora nella quale è stata riscontrata l’infezione, staziona anche una paziente anziana che deve sottoporsi ad intervento di riduzione di frattura dell’anca.
Dopo 2 giorni, anche la signora anziana veniva trasferita in un’altra stanza e, nella stanza in questione venivano apposti dei mastelli recanti la dicitura “materie infettive”.
C’è da chiedersi se è lecito che un paziente affetto da una patologia infettiva possa stazionare nel reparto di Ortopedia dove nella stanza attigua e comunicante poiché sprovvista di porta o di qualsiasi altro elemento divisorio, si trovano ricoverati altri pazienti, nello specifico, mia madre che ha subito un intervento di chirurgia maggiore e che, oltre all’età estremamente avanzata, presenta, non solo le difese immunitarie compromesse, ma, soprattutto, una BPCO (broncopneumopatia cronico ostruttiva) a serio rischio di polmonite qualora la stessa entrasse in contatto con lo stafilococco.
Per non parlare della possibilità di contagio per tutti gli innumerevoli visitatori e/o assistenti nel reparto.
Marialuisa Caprella