Al di là dei problemi politici che investono la maggioranza in Comune, Occhiuto e la sua amministrazione, devono tenere sotto controllo anche un altro fronte: quello giudiziario.
Già, ricordiamolo: appalti spezzatino, caso Cirò, luminarie, debiti del sindaco caricati al Comune. Sono oramai due anni che la procura di Cosenza, nella persona della dottoressa Marisa Manzini, è impegnata in queste indagine che hanno portato anche all’emissione di avvisi di garanzia ed interdizioni dai pubblici uffici, per i pubblici dirigenti coinvolti. Non si contano più i sequestri di documenti della Guardia di Finanza al Comune. Inchieste che dovranno, a differenza delle altre volte, arrivare per forza ad una conclusione. Sembra che il tempo dell’insabbiamento, degli aggiustamenti, degli accomodamenti, sia finito in procura. Infatti, basta guardare la determinazione della Manzini che ha ordinato ai finanzieri, 10 giorni fa, l’ennesimo sequestro di documenti in Comune – questa volta relativi ai rimborsi dei “viaggi” dei collaboratori di Occhiuto – per capire che la musica è cambiata. E non poco. Segno evidente che la Manzini è operativa e non si è lasciata, dopo una prima fase di pettinatura di bambole, intimidire.
Anzi la Manzini è andata oltre, liberandosi anche di coloro i quali, in procura, “remavano contro”. Vedi Cozzolino allontanato dall’inchiesta Cirò. Proprio perché vuole arrivare ad una conclusione del suo lavoro. E per sottolineare “pubblicamente” la sua lontananza dai pm chiacchierati, la Manzini, non ha perso l’occasione, nei corridoi del tribunale, per mettere bene in chiaro “le distanze” con chi, come Cozzolino, non vuole avere niente a che fare. A cominciare col “darsi del lei”. E pare che questa volta la Manzini non sia sola. Anche il procuratore capo Spagnuolo ha deciso, dichiarandolo pubblicamente, che i reati contro la pubblica amministrazione, e quindi le inchieste sugli appalti spezzatino, e il caso Cirò, sono la priorità del suo ufficio. Al punto che ha istituito un gruppo di 4 magistrati impegnati in queste indagini. Sotto la supervisione di Marisa. Che pare abbia conquistato finalmente quella autonomia che da tempo reclamava. Vedremo fino a che punto arriverà Marisa.
Poi c’è la questione DDA di Catanzaro. Come tutti sanno esiste da “secoli” una inchiesta sul voto di scambio politico/mafioso che riguarda diversi politici di Cosenza e dintorni: Occhiuto, Paolini, Manna, Greco, e codazzi vari.
Tutti hanno letto i verbali di diversi pentiti che raccontano il loro impegno malavitoso a favore di questo o quel politico. Ed è proprio sulle dichiarazioni di questi pentiti che la DDA ha già “promosso” due azioni giudiziarie nei confronti di Sandro Principe ed Orlandino Greco. Per tutti gli altri politici chiamati in causa dagli stessi pentiti che accusano Principe, e Greco, ancora non è successo niente.
Ai pentiti “storici”, se ne sono aggiunti tanti altri. Ma nonostante ciò nessun “segnale” arriva da Catanzaro. Se non quello relativo ad un blitz contro le “cosche” cosentine.
I politici collusi, e i reati contro la pubblica amministrazione, nonostante le inchieste della Manzini che dimostrano l’esistenza della corruzione nella pubblica amministrazione, per la DDA di Catanzaro esistono ovunque tranne che a Cosenza. Almeno così sembra. Perché la domanda che tutti si fanno è questa: se Cosenza risulta essere tra le città con il più alto tasso di corruzione nella pubblica amministrazione, come mai non c’è mai stata un’inchiesta?
O sono farlocchi i dati diffusi “dall’Agenda anticorruzione 2017”, oppure i giudici e le procure non fanno il proprio dovere.
Restiamo in attesa. Vedremo chi arriverà per primo… alla verità.