Catanzaro, soldi ai gruppi consiliari? No, grazie

CATANZARO: SOLDI AI GRUPPI CONSILIARI? NO GRAZIE!

Nota del 31.05.2018 –   Alfredo SERRAO – Presidente Associazione I QUARTIERI

“Ammuccia, ammuccia ca para tuttu!” Questo ci viene da dire, nella consapevolezza che esprimere un’opinione costa sempre un prezzo. Lo sappiamo e l’abbiamo sempre saputo, anche perché non sta a noi assolvere o condannare politicamente alcune opzioni o scelte.

Quelle che escono da un perimetro di condivisione programmatica, oppure ancora più semplicemente quelle scelte che mettono in predicato un valore di umana vergogna!

Noi siamo abituati a farle le domande in chiave politica, nel bene e nel male le abbiamo sempre fatte e anche oggi continueremo a farle. LA DOMANDA E’: esiste un documento firmato dai consiglieri comunali Giovanni Merante (Forza Italia), Antonio Angotti (CZ da Vivere), Enrico Consolante (CZ con Sergio Abramo) e Giuseppe Pisano (Officine del Sud), che chiede il ripristino nel bilancio del comune di Catanzaro delle dotazioni finanziarie (soldi) ai gruppi consiliari, per assicurare lo svolgimento dell’attività politica?

La domanda è semplice, così com’è semplice la risposta nel tracciato di una lealtà politica di area, che soddisfi però, tenendone conto, la realtà sociale ed economica cui Catanzaro non è esclusa!

Se poi il ragionamento lo spostiamo su un piano squisitamente politico – campo che ci appartiene di diritto e non per grazia ricevuta – ci domandiamo quale possa essere la rappresentazione strategicamente positiva della scelta? Cosa produce in concreto? Ma, soprattutto questa opzione politica – i rimborsi in denaro ai gruppi – intercetta e rappresenta un sentimento popolare, o meglio ancora un sentire dell’opinione pubblica?

Se la risposta è si, ne dubitiamo, il percorso che sembrerebbe si voglia adottare nel comune di Catanzaro ha un senso! Se invece la risposta è no, che sottoscriviamo, quale è il senso e quali sono i margini? Di certo questi – i margini – si restringono o peggio ancora, si dissecano, rappresentando da una parte un potenziale vuoto barometrico mentale, mentre dall’altro c’è lo stupore indignato che giustificherebbe a pieno titolo, l’utilità sul piano politico a rovesciare il tavolo…

E’ auspicabile invece che il Consiglio comunale si dimostri inclusivo alle istanze civiche e civili della città. Sappia ascoltare, capire, incontrare e tradurre quella voglia di politica e democrazia che c’è. Quella che resiste ad una formula di desertificazione progettuale e che resta un germoglio da coltivare.

Utile appare riprendere la riflessione sulla trasmissione, anche in streaming, delle sedute di Consiglio comunale, come pure pensare a forme innovative di “question-time” dal basso! Non è demagogia questa e neppure sconsacrazione della Real Casa. E’ democrazia allo stato puro. Quella che non autentica per opzione e, non riduce il tutto ad una mancia elettorale e politica, giustificando per convenienza l’attingere a fondi pubblici (sempre soldi) a titolo di rimborso.

Questo non serve, non serve come logica di comportamento politico di uno schieramento, di maggioranza, dove il sindaco Sergio Abramo ha sempre fatto scuola ed è stato esempio. Un esempio che non può variare, oggi, a palazzo De Nobili.