Da alcuni giorni su corso Mazzini a Cosenza procedono i lavori di assemblaggio dell’ultima, finora, opera del Mab. Si tratta della “Spirale 82” di Giò Pomodoro, che la “Bretia restauri” dell’architetto Lico sta mettendo in posa nello spazio riservatole su corso principale della città.
Colpisce, però, non tanto la maestosità o tutto il resto dell’altissima opera, quanto le scalfitture presenti in tantissime sue parti, che la deturpano e aprono alcuni interrogativi: ci hanno rifilato una statua danneggiata in diversi punti o i danni sono stati consumati durante il trasporto? O, ancora, le rotture sono sopravvenute in fase di montaggio?
Rimane il fatto che la Spirale, donata dalla famiglia Bilotti alla città dei Bruzi, è irrimediabilmente rovinata e il Comune ha anche dovuto pagare per ottenere questa donazione. Infatti, il 2 marzo scorso, con una determina dirigenziale del settore 12, Programmazione risorse finanziarie-bilancio-patrimonio, avente ad oggetto “il Rimborso spese sostenute per la scultura “Spirale ’82” di Giò Pomodoro da accreditare in favore di Bruto Dario Pomodoro”, si approvava lo schema di contratto per la donazione, in favore del Comune di Cosenza, della scultura suddetta, impegnando la cifra di € 50.000,00 nel capitolo 4000 “del corrente Bilancio per il rimborso di eventuali spese vive e documentate inerenti l’opera d’arte in oggetto. Il dott. Bruto Dario Pomodoro, con nota N. Prot. 751 del 01/03/2017, ha chiesto il rimborso delle spese sostenute inerenti l’opera”.La determina è chiara, il Comune – cioè la cittadinanza – dovrà pagare migliaia di euro per una donazione. Un assurdo che aumenta i dubbi già esistenti sulle opere del Museo all’aperto. Ora scopriamo che la donazione pagata dai cittadini è finalmente giunta in città, ma che presenta scalfitture evidentissime che la deturpano e le fanno perdere di certo il suo valore.
I riflettori accesi sul Mab e sul valore che lo stesso potrebbe/dovrebbe avere, di certo non si spegneranno a breve. A tutti interessa sapere se il Museo all’aperto di Cosenza è la classica “sola” o una raccolta degna di essere inserita in un circuito museale.
A questo punto, facciamo un breve riepilogo che non fa mai male: con quale criterio vengono concessi al marchese Roberto Bilotti Ruggi D’Aragona spazi pubblici e ruoli che non gli competono, come ad esempio la direzione del MAM, cioè il museo provinciale? Il Mab è costituito da copie o multipli? Di chi è la proprietà? Si è in presenza di un Museo o di semplice arredo urbano? Come funziona il Mab? Chi stabilisce quali opere portare a Cosenza? Il Mab è riconosciuto dall’Icom e dal MIBACT? Perché il Comune non mette a disposizione, “come prassi museale vuole”, tutte le indicazioni sulle opere? Perché risulta assicurato solo da un anno e mezzo? Perché le opere sono state assicurate dalla compagnia assicurativa “Groupama di Elisa Vommaro” che risultava candidata nelle liste di Occhiuto? È tutto gratis oppure la donazione prevede dei costi? Speriamo allora di sapere dal Comune (Bilotti per noi non è attendibile in nessun modo) perché una donazione costa alla città 50.000 €.