Corigliano-Rossano, alluvione 2015: le gravi colpe della “polizia clientelare” di Oliverio&Occhiuto

In città e in tutta la provincia è ancora molto alta l’eco degli sviluppi dell’inchiesta del procuratore Facciolla sulle cause che hanno determinato il disastro ambientale dell’alluvione a Corigliano e Rossano del 12 agosto 2015. Ne emerge un quadro agghiacciante, nel quale opera un sistema collaudatissimo che coinvolge i palazzinari legati alla ‘ndrangheta (il cognome Grimoli dice ancora qualcosa ai nostri illustri magistrati antimafia?), tecnici e burocrati e naturalmente politici corrotti. Ma non solo.

Tra i 195 indagati dell’operazione Flumen luto c’è anche un poliziotto. Certo, un poliziotto sui generis ma sempre un rappresentante delle forze dell’ordine e quando il procuratore di Catanzaro Otello Lupacchini parla di insuccesso dell’attività di prevenzione, l’emblema è il Corpo di polizia provinciale di Cosenza. In città questi “poliziotti” particolari si riconoscono dalla loro bruttissima divisa azzurra e il loro capo è appunto un poliziotto, tale Giuseppe Colaiacovo.

Il Corpo di polizia provinciale di Cosenza altro non è che un carrozzone politico istituito non a caso alla fine del 2005 dall’amministrazione provinciale di Cosenza presieduta da Mario Oliverio alias Palla Palla, ras incontrastato di clientele e familismo amorale per “imbucarci” decine di clienti funzionali alla sua “politica”, e reso operativo nel primo semestre del 2006. I clienti di Palla Palla sono poi diventati “occhiutiani” (eccome se sono diventati “cazzari”…) nei circa tre anni di gestione clientelare alla Provincia da parte dell’attuale sindaco di Cosenza. E Occhiuto, da sempre “sensibile” al fascino della divisa, non ha mai perso occasione di farsi ritrarre insieme ai “poliziotti azzurri”, facendosi spesso accompagnare da loro addirittura a mo’ di scorta. Ma questa è un’altra storia.

Torniamo al Corpo di polizia provinciale, che sulla carta dovrebbe giustificare la sua esistenza “lavorando” per la prevenzione e la repressione dei reati ambientali. Non solo: a ottobre 2014, e quindi nell’immediatezza dell’insediamento di Occhiuto il cazzaro, nasce addirittura all’interno della polizia provinciale di Cosenza la sezione che si occuperà precipuamente di salvaguardare territorio e ambiente. Presieduta ovviamente dal comandante Giuseppe Colaiacovo e dotata di (udite udite!) misuratori d’aria, metal detector e contatore geiger. Per la precisione, un settore avrebbe “lavorato” a disposizione dell’attività giudiziaria e un altro avrebbe avuto funzioni autonome di investigazione. Parole grosse, anzi grossissime; perché, nel mentre Occhiuto e i suoi seguaci “azzurri” si riempivano la bocca di queste cazzate, la polizia provinciale non solo non vigilava sul disastro che stava materializzandosi ad un palmo dal loro naso ma copriva tutte le schifezze ampiamente denunciate dai magistrati Facciolla e Lupacchini.

Giuseppe Colaiacovo

E il comandante Colaiacovo? Noi giornalisti “anziani” lo ricordiamo responsabile di sezione dell’ufficio digos (e che ve lo dico a fare?) della questura di Cosenza e poi comandante della Squadra di Polizia Giudiziaria provinciale della Sezione Polizia Stradale di Cosenza (e che ve lo dico a fare un’altra volta?) e per finire segretario nazionale del Siulp (il sindacato dei poliziotti) dal 1987 al 1991 e segretario generale regionale dal 1991 al 2005. Una “carriera” fulminante al servizio della politica più becera culminata con questo avviso di garanzia che è la prova provata di quanto questo corpo di polizia provinciale non serva ad una emerita mazza. Se non a far mangiare i clienti di Palla Palla e del cazzaro e a coprire disastri ambientali, altro che prevenzione…  Sarebbe davvero il caso di liberarci per sempre di questo carrozzone e non è detto che ciò non avvenga. I clienti di Oliverio e Occhiuto possono tranquillamente pascolare altrove. Tanto paga sempre Pantalone!