Cosenza, metropappa: 50 cittadini scrivono ai ministri Toninelli e Costa

In città, il malcontento per la costruzione della metro che causerà disagi enormi agli abitanti di Cosenza, Rende e dintorni ha ormai raggiunto punte altissime. Gli stravolgimenti al piano del traffico, l’aumento certo di quest’ultimo con la chiusura di Viale Parco, il taglio di grandi alberi, la perdita di molti parcheggi e la crisi che subiranno tutte le attività commerciali della zona sono problemi che i cosentini, e non solo, hanno messo in conto già da tempo.

Nessuno vuole una città sventrata, né si vogliono affrontare problemi immani con l’apertura del cantiere prevista per lunedì prossimo, ad una settimana esatta, cioè, dall’inizio dell’anno scolastico. Ricordiamo che sul viale attualmente sorgono diverse scuole, facile immaginare, dunque, il caos che imperverserà su tutta la zona.

Per questi motivi, in seguito all’annuncio fatto la scorsa settimana dal presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, dal presidente della Provincia di Cosenza, Franco Iacucci, dai sindaci di Cosenza e Rende, Mario Occhiuto e Marcello Manna, sull’apertura del cantiere, il 31 agosto cinquanta cittadini hanno scritto un’accorata lettera al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli e al Ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, per chiedere di fermare i lavori.

I firmatari della missiva pongono l’attenzione sull’inutilità dell’opera che costerà oltre 200 milioni, avrà grande impatto ambientale e costi di gestione enormi, avrà tempi di trasporto doppi rispetto ai bus su gomma (45 minuti contro i 22 minuti attuali dei bus), insomma si tratterà della solita trovata politica messa in atto per lucrare denaro pubblico e aumentare le clientele politiche, e che importa se provocherà un danno irreversibile alla città.

Il progetto, peraltro, alquanto obsoleto, pare sia privo del progetto esecutivo, delle autorizzazioni VAS e VIA e della variazione urbanistica al piano dei trasporti, irregolarità sulle quali è d’obbligo soffermarsi e verificarle, soprattutto alla luce di quanto emerso un paio di giorni fa sull’ex hotel Jolly, per la cui demolizione non sono mai state chieste le autorizzazioni, nonostante il sindaco abbia sempre sbandierato di esserne in possesso. E se fosse così anche per la metro? Urge verificare e in caso affermativo bloccare il cantiere, come richiesto dai cittadini ai ministri.

A rafforzare i dubbi sulla mancanza delle autorizzazioni richieste per la realizzazione dell’opera, intervengono i proclami del sindaco sulla costruzione del parco del benessere, un progetto che si è aggiunto in un secondo momento a quello originario della metro per ‘giustificare’ le diverse posizioni assunte dal primo cittadino sull’opera in questione. Infatti, Occhiuto e tutti i suoi sostenitori, nel corso della campagna elettorale del 2016 per la sua rielezione, si schierarono apertamente contro la metro leggera.

Nella lettera ai ministri viene anche ricordata la raccolta firme contro la costruzione della metro, iniziata oltre due anni fa – che ebbe l’appoggio dell’attuale sindaco in piena campagna elettorale – presentata da 225 persone in data 12 giugno 2017 al comune di Cosenza, per l’indizione di una consultazione popolare sull’opportunità che un treno, o un treno di superficie passasse per viale Parco, modificando irreparabilmente la vivibilità della città e l’assetto urbanistico della stessa. A questa richiesta, a norma dell’art. 8 dello Statuto comunale, comma 1, il sindaco, i consiglieri comunali e gli organi competenti si sarebbero dovuti pronunciare in merito entro 30 giorni dal ricevimento.

Ora, di giorni ne sono passati oltre 400 e nessuna risposta è pervenuta da parte loro. I cittadini fanno anche leva sull’aspetto più strettamente ambientale connesso alla metro, evidenziando che essa distruggerà un viale che può essere considerato a tutti gli effetti “un punto di vista” (art. 136 Codice dei Beni culturali e del Paesaggio) da cui si gode lo spettacolo delle bellezze silane. Per tutti questi motivi, i cittadini hanno chiesto di fermare l’opera e di compiere gli accertamenti tecnici e legali necessari.