Calabria 2019: Palla Palla da il via all’operazione “voto di scambio” nel silenzio delle toghe

Una cosa è certa per la vecchia e stantia nomenklatura politica calabrese, in vista delle prossime elezioni regionali del 2109: eliminare simboli, bandiere, e ogni riferimento ai partiti, dalla campagna elettorale. Specie i simboli del Pd e di Forza Italia. Vietato, se si vuole avere qualche chance, almeno per uno scranno da consigliere, presentarsi con Renzi e Berlusconi. Vietato far riferimento al passato e all’appartenenza politica che fu, rinnegare il partito e mentire su tutto ciò che è stato, sono queste le direttive che marpioni come Palla Palla e Occhiuto stanno elaborando, per una loro scesa in campo.

Niente di nuovo, il solito trasformismo politico dei soliti personaggi che cercano riparo, vista a maliparata, ancora una volta, sotto l’ombrellone del civismo, convinti che la gente continui ad abboccare a questi loschi trucchetti. Pensano di risolvere tutti i problemi che hanno creato ai calabresi, cambiando nome e simbolo al partito. Sperano di nascondere decenni di ruberie, privilegi, corruzione, menefreghismo, dietro qualche lista civica o dietro qualche slogan, tipo “per una Calabria libera e bella” da pronunciare, ovviamente, come se loro non avessero mai amministrato la cosa pubblica. È questa l’idea che vorrebbero dare ai cittadini i vecchi marpioni di se, continuando a considerare i calabresi dei sempliciotti capaci, anche questa volta, di ‘mmuccarsi di nuovo e per la miliardesima volta sempre la stessa bugia.

Ma il solo trasformismo non basta, a questo bisogna aggiungere la cosa più importante di questi tempi politici: la clientela elettorale. Devono costruire da qui alla fine del 2019, oltre ai pochi fedelissimi, nuovi clienti da affiliare per avere qualche possibilità di essere eletti. E i lavori pubblici servono proprio a questo: regalare soldi agli amici degli amici, in cambio di voti. Un classico, ma che questa volta deve avvenire su larga scala. Perciò serve tanto denaro e di conseguenza si autorizzano anche lavori inutili per i territori, come la metro leggera, perché quello che interessa ai marpioni, non è il bene pubblico, ma i clienti che – attraverso l’uso improprio del ruolo politico e del denaro pubblico –  riescono a legare a loro e far salire sul loro carro. Lo scopo è creare un vincolo economico che si può risolvere solo con l’elezione del marpione. Il solito schifo.

E il più schifoso di tutti e Palla Palla. che non avendo più nessuno attorno, utilizza le sue prerogative pubbliche per farsi campagna elettorale con i soldi dei cittadini. E chiama all’adunata i sindaci con la promessa di far arrivare a tutti coloro i quali sosterranno la sua ricandidatura un bel po’ di denaro da redistribuire nei loro territori, dopo aver ricevuto assicurazioni sul voto. Quindi non un progetto di sviluppo per i depressi comuni calabresi, come lui vorrebbe far passare l’operazione, ma un’azione finanziaria finalizza all’acquisto di voti con il denaro pubblico. Più chiaro di così si muove. Se ci fosse una procura seria e qualche magistrato coraggioso in Calabria, si sarebbero già fiondati su di lui per chiedere conto di questa squallida operazione a Palla Palla, camuffata da incentivi ai sindaci. Ma in Calabria tutto deve cambiare, ma non cambia mai niente.

Smascherare questa operazione è roba da bambini: se fai arrivare 100.000 euro ad un paese di 4/5 mila abitanti, l’unica cosa che può fare il sindaco, dopo essersi preso la sua stecca, è distribuirli a parenti, amici e associazioni amiche, attraverso cottimi fiduciari e somme urgenze farlocche, con la garanzia di avere in cambio il loro voto e quello di dipendenti, amici e parenti. Con 100.000 euro non crei nessun posto di lavoro, e non sviluppi nessuna economia. Al massimo ridipingi la facciata del palazzo del Comune e pulisci qualche giardinetto pubblico. Anche questo è chiaro a tutti. E anche questa volta saremo costretti ad assistere a questo ennesimo sfregio alla Democrazia e alla Legge, nel silenzio e nell’omertà che contraddistingue la maggior parte delle toghe calabresi, che invece impiegano il loro tempo a perseguitare noi e chi fuma gli spinelli.

Se non è un evidente operazione criminale di voto di scambio questo, ditemi voi come chiamarla.