di Marco Demarco
Fonte: Corriere della Sera
«Porta al Nord il meglio del Sud». Questa è la scritta che ha giustamente fatto sobbalzare il web. La foto, invece, è di una ragazza bruna, carina, con la coda di cavallo, che sembra lanciare un ultimo sguardo, divertito più che seducente, prima di partire col suo zainetto sulle spalle. E le valigie? Quelle non si vedono, ma si presume siano già alloggiate nel bagagliaio dell’autobus che fa da sfondo, perché la vera promessa ai clienti, il claim, come dicono gli addetti al marketing, è riportato in un carattere minimale, e devi sforzarti per leggerlo. «Gratis 2 bagagli in stiva e 1 a bordo», dice. Il meglio in questione, così, resta inevitabilmente ciò che è in bella vista, vale a dire la ragazza, e solo lei.
Il messaggio
E non già, a voler credere alle migliori intenzioni, ciò che invece è nascosto nelle valigie; quelle di ogni meridionale in viaggio, una volta di cartone e legate con lo spago, e ora ancora farcite, evidentemente, delle solite leccornie locali, delle mozzarelle di bufala o del meno trasportato basilico fresco buono per il sugo: in poche parole, dell’eccellenza sudista prediletta dai cliché. Anni e anni di studi sul messaggio pubblicitario, sulla sua efficacia, ma anche sulla sua «compatibilità» con i tempi, le culture e le sensibilità locali, ed ecco dunque cosa ti ritrovi sui muri di Napoli.
Le ironie
Un manifesto «6 per 6» di Busitalia, l’azienda che gestisce il servizio di trasporti su gomma di Ferrovie dello Stato, che peggio non poteva essere concepito. E questo a giudicare non solo dalle reazioni finite sui social, dalle ironie sul peggio (se il meglio parte) che invece può rimanere lì dov’è, o sul codice «terrone» da inserire al momento delle prenotazioni, ma soprattutto dalle scuse della stessa azienda, raccolte dal Corriere del Mezzogiorno, che ha rilanciato il caso. Gli indignati, per lo più aderenti ai collettivi di periferia, tirano in ballo la fuga dei cervelli, i giovani costretti ad abbandonare la loro terra per riparare altrove, e vedono nella ragazza sul manifesto il simbolo di tutto questo: di una strategia che sta spopolando e colonizzando il Mezzogiorno. L’azienda, invece, alza le mani disarmata e si dice «dispiaciuta» per un messaggio pubblicitario che voleva essere «gioioso» e che invece «ha urtato la sensibilità di qualcuno».
Pregiudizio inconsapevole
Nessun pregiudizio antimeridionale, insomma. E va bene. Eppure, è tipica del pregiudizio una certa geografia immaginaria, schiacciata su una realtà di comodo, funzionale a una semplificazione del discorso che si vuole sostenere. È così, o ne abbiamo piena coscienza, almeno dal tempo delle «Lettere persiane» di Montesquieu, scritte proprio per ribaltare i meccanismi produttivi del luogo comune. Nel caso in questione, il manifesto di Busitalia, insospettisce che il viaggio della pubblicità implichi esclusivamente un andare dal Sud al Nord. Come se il problema non fosse quello di incoraggiare il viaggio in sé, in tutte le direzioni possibili. E se, per dire, da Napoli uno volesse andare ancora più a Sud, a Cosenza o magari a Matera? Come la metteremmo con quel messaggio così incautamente monodirezionale? A proposito: qui si parla di Matera quella reale, la Matera dei Sassi, in Basilicata. Non di quella immaginaria di recente localizzata in Puglia.