Non si ferma l’irresistibile ascesa dei supermercati a Cosenza e così continuano le nuove aperture. A via degli Stadi, laddove un tempo sorgeva la Centrale del Latte, dopo anni di degrado e abbandono, ieri c’è stata l’inaugurazione di un nuovo supermercato. In molti si sono chiesti che cosa si stesse costruendo e ora tutti possono vederlo.
Il Comune di Cosenza, che sotto la gestione Occhiuto, non si lascia sfuggire una (che sia una!) speculazione, ha ripescato un vecchio progetto del costruttore De Caro e dell’imprenditore Gatto, che nel frattempo – almeno apparentemente – si è defilato. E così il costruttore curerà un investimento edilizio nel quale – ovviamente – Occhiuto ha preteso la sua “parte” (in termini di strade e bitumazione così da far mangiare i suoi insaziabili amici degli amici) mentre invece della Despar di Gatto ecco che arriva non la Coop, o per essere precisi la Ipercoop, come si diceva in giro, ma la Lidl, la catena di supermercati tedesca che ha ormai “conquistato” da tempo anche il mercato italiano con la formula distributiva particolarmente azzeccata del discount.
E così, nonostante nella zona ci siano già un Eurospin (nel complesso di grattacieli della Simea del costruttore Tallarico) e un Conad (a contrada Molara, a due passi da via degli Stadi) adesso ne arriva anche un terzo. Della serie: non c’è due senza tre ma soprattutto sembra un avviso di sfratto per tutti quegli operatori commerciali che non fanno parte di catene o di gruppi. Conzativicci…
Ma torniamo al “nostro” scaltro Gatto, che a Cosenza ormai da decenni può contare su una fraterna amicizia con il sindaco pro tempore. Il binomio Gatto-Despar ormai si è logorato da tempo e al furbo imprenditore non rimane altro da fare che “liberarsi” di quei legami che ancora ha col marchio.
La società Maiora di Corato (Bari) ha preso in fitto il ramo d’azienda di tutti i punti vendita Despar Calabria di Antonino Gatto. E’ del tutto evidente che l’ex deus ex machina non ne vuole più sapere di Despar e dal momento che si è bruciato a livello nazionale per via dei processi che ha affrontato in questi anni, è scappato via (dopo aver preso i soldi, naturalmente) grazie allo stratagemma del fitto di ramo d’azienda.
Il “cavallo di Troia” per restare nel business senza dare nell’occhio sarebbe proprio Lidl. C’è chi dice che Antonino Gatto avrebbe acquistato quote del marchio Lidl attraverso una serie di prestanome ben selezionati e avrebbe fatto così anche per Cosenza, “recuperando” il progetto di qualche anno fa che sarebbe stato a marchio Despar per adattarlo, con l’aiuto dell’amico cazzaro, al marchio Lidl. Morale della favola: dietro il supermercato Lidl ci sarebbe la longa manus di Gatto.
E c’è chi dice che Gatto, avendo bisogno di un marchio al quale vendere quel pezzo di terreno sul quale non ha realizzato il suo supermercato Despar, avrebbe trovato vita facile vendendo e facendosi pagare profumatamente il suo “tesoretto” da Lidl. E non solo, perché, oltre ai palazzi che nel frattempo costruirà De Caro, c’è anche una parte del business che andrà in affitto ad alcuni imprenditori cinesi e il giochino porterà altri soldini in dote a Gatto e ai suoi amici. In ogni caso, dunque, sia nell’ipotesi di acquisto delle quote, sia in quella di vendita del terreno, non c’è dubbio che l’imprenditore reggino monetizzerà e incasserà, come gli piace fare da una vita.
A questo punto, torniamo all’affare Despar. La società Maiora di Corato, che ha preso in fitto di ramo d’azienda i punti vendita Despar in Calabria, ha l’obiettivo, neanche tanto nascosto, di chiuderli progressivamente tutti per “liberarsi” di tutti i vecchi dipendenti arrivando gradualmente al licenziamento.
Come? Tutto legale, per carità. La Maiora sta proponendo a tutti trasferimenti in sedi distanti da Cosenza (e a cascata da tutte le altre sedi) in maniera tale che i dipendenti non accettino e di conseguenza se ne vadano, magari con un piccolo incentivo.
La società Maiora, tanto per fare qualche esempio pratico, ha comprato lo stabile di fronte al Bar Top Flight sulla strada statale 19 bis (quello dove ci sono stati Doc e Upim) ma nello stesso tempo a fine mese chiuderà i punti vendita di via Lanzino in città e di Castrovillari.
I dipendenti “protetti” tramite i sindacati (venduti) hanno ottenuto il trasferimento nelle sedi turistiche di Paola, Belvedere, Amantea, Mirto e Sibari ma molti altri sono stati costretti a rinunciare e a farsi licenziare. In maniera tale che la Maiora possa riaprire i punti vendita assumendo ragazzi sui quali hanno sgravi fiscali. Le solite tarantelle per far perdere posti di lavoro e guardare alle proprie tasche.
LA LUNGA STORIA DI UNA SPECULAZIONE (di Francesco Gaudio)
Cambia il colore delle giunte comunali, cambiano i nomi degli amministratori, passano gli anni, ma le situazioni relative alla possibilità di realizzare affari a Cosenza rimangono sempre uguali a loro stesse.
La storia dell’operazione in corso oggi (sindacatura Occhiuto) sull’area dismessa ex Centrale del Latte in via degli Stadi, di cui ho letto su Iacchite’, è lunga.

Parte dal 2004 (sindacatura Catizone-Ambrogio), quando la società SOCOIM srl (proprietaria del terreno) rappresentata dal sig. Filippo Paola e dall’arch. Roberto De Caro inoltrava al Comune di Cosenza istanza di approvazione di un Progetto di Riqualificazione di quell’area. Nel 2007 (sindacatura Perugini-Ambrogio), si ha l’accelerazione.
La Dirigente del Settore Pianificazione e Gestione del Territorio del Comune, arch. Sabina Barresi, redigeva nel mese di maggio una proposta di delibera di Consiglio Comunale che sponsorizzava quel progetto ed approvava il P.R.U. (Piano di Riqualificazione Urbanistica) inoltrato dalla SOCOIM. L’intervento in quell’area ricade su due distinte zone omogenee definite come zona C1 (espansione semintensiva) per una superficie di 5330 mq e zona F3 (per attrezzature sociali, commerciali, direzionali) per una superficie di 6600 mq.
Il progetto prevede:
-la costruzione di due edifici costituiti da otto piani fuori terra più un piano interrato per cantine e garage ed un piano terra per piccoli esercizi commerciali,
-la costruzione di un edificio costituito da un piano per centro commerciale ed un piano interrato per parcheggio e deposito,
-spazi pubblici.
In Consiglio Comunale correva voce che interessi rilevanti nell’operazione avesse Antonino Gatto, patròn delle Despar.
Un bel progetto speculativo che veniva persino spacciato per “riqualificazione di un territorio” con enormi problemi sociali. Tantissima fretta di licenziare quel P.U.R., approvato già nel mese di giugno durante una seduta del Consiglio in cui l’unica opposizione era quella di Rifondazione Comunista. Il solo intervento e relativo voto contrario era infatti il mio, all’epoca Consigliere Comunale del PRC, che riportavo in quell’assise l’analisi del mio Partito che contrastava senza tentennamento alcuno quell’operazione così come ogni altra speculazione che la città subiva (e continua a subire).
Il silenzio di oggi, su questa come su tante altre vicende simili, è l’effetto dell’assenza in Consiglio di una rappresentanza della Sinistra d’alternativa. Le altre parti politiche sono indistinguibili in quanto mera amministrazione su un territorio degli interessi dei poteri forti. E’ una triste nottata che, come diceva il grande Eduardo, “adda passà”. Speriamo presto!
Francesco Gaudio
Rifondazione Comunista – Cosenza
consigliere comunale 2006/2011
Fin qui la dichiarazione attuale di Francesco Gaudio. Tornando indietro a quel 6 giugno 2007, quando il consiglio comunale dell’era Perugini “licenziò” la pratica di questa grande speculazione edilizia e commerciale, ci sembra opportuno riprendere testualmente (dall’ufficio stampa di Palazzo dei Bruzi dell’epoca) alcuni interventi dei consiglieri comunali del tempo.Sergio Nucci (Ga-Rnp)
“Per capire questa pratica, sono andato in Segreteria generale e ho presentato una richiesta e un’interrogazione. Il problema non è la singola pratica ma la situazione globale dell’urbanistica cittadina. Vorrei capire se gli interventi possono essere portati avanti con la logica del Pru o della variante al Prg. Ho chiesto l’elenco di tutte le concessioni edilizie dal gennaio 2002 al maggio 2007 e quanto incassato per oneri di urbanizzazione; l’elenco delle opere attuate e l’elenco dei servizi; e altri elementi ancora. Solo dopo aver ottenuto tutte le carte richieste potrò dare un giudizio sulla pratiche oggi all’esame del Consiglio.
Finchè non ci sarà possibilità di approfondire questi aspetti, sarebbe opportuno congelare questa ed altre situazioni simili. Più utile una visione d’insieme ed esprimere un giudizio che certo non deve ledere il privato, la comunità, né l’Amministrazione che con gli oneri di urbanizzazione ha pagato tutto e il contrario di tutto”.
Francesco Gaudio (Prc)
“Per quanto riguarda il progetto su via degli Stadi, le variazioni ci sono e sono rilevanti come lo spostamento del 30% della parte residenziale. In Commissione membri della maggioranza sono usciti fuori per non votare la pratica, ci sono distinguo e contrasti. La maggioranza dovrebbe dire da cosa nascono questi contrasti e come poi vengono ricomposti. I poteri mediatici sono forti e i privati controllano i mezzi di comunicazione. E’ significativo vedere oggi tanta attenzione da parte di una emittente locale (Teleuropa Network, da sempre vicina a Gatto&Occhiuto, ndr). Gli umori selvaggi del capitalismo vanno controllati, sennò che ci stiamo a fare? Ma su questo si stende una bella copertura ideologica: la riqualificazione del quartiere.
L’analisi sociologica che accompagna il progetto è offensiva: il quartiere viene descritto come un Bronx. Ma se anche l’Amministrazione avesse ragione, come si risponde a questa situazione? Con due palazzi di 25 metri e un ipermercato. Altre esperienze simili in città non hanno dato risultati di sviluppo e riqualificazione”.
Emanuele Sacchetti (all’epoca presidente della circoscrizione San Vito)
Nel dare come presidente di circoscrizione il parere, chiesi dei ritorni urbanistici: una piazza, rotonde, una strada alternativa verso le cupole eccetera e soprattutto si era concordato che in cambio del pagamento degli oneri di urbanizzazione si sarebbe provveduto ad aggiustare (100.000 euro) la scuola di San Vito e la sede della Spiga (un’associazione onlus). Naturalmente con De Caro e la sua curatrice del progetto (Paola De Caro) dovetti…combattere. Caduta la giunta Perugini il progetto si fermò… Insomma, per farla breve alla Spiga gli sono arrivati 30.000 euro…
E fin qui abbiamo dato spazio anche alle dichiarazioni d’epoca per un progetto che, nato nel 2004, arenatosi e portato a conclusione nel 2007, si è di nuovo fermato per anni e oggi viene portato a conclusione.
Qualche altro dettaglio prima di concludere. De Caro cura l’investimento edilizio e il progetto attuale, peraltro, è stato stravolto dall’attuale sindaco. In buona sostanza, la strada inclusa nel progetto che in un primo momento doveva realizzare De Caro, compresa la bitumazione, la farà il Comune… Occhiuto ha rivisto il progetto e il costruttore gli ha “regalato” la strada, che lui a sua volta “regalerà” ai soliti amici degli amici… E vissero tutti felici e contenti!