Lettere a Iacchite’: “Chi ha autorizzato le macchinette che vendono alcolici?”

Sono un papà preoccupato. Mio figlio ha 16 anni e come tutti i suoi coetanei, da qualche mese “pretende” di uscire il venerdì e il sabato sera, per la classica pizza in compagnia. Pretesa che ho dovuto assecondare, del resto è stato così anche per me, non prima però di aver stabilito delle regole: rigoroso rientro a casa alle 23,30. E devo dire che non ha mai trasgredito a questa regola, anche perché, da quando esce, io sono il suo autista, lo accompagno all’andata e vado a riprenderlo al ritorno, spesso aspettandolo in disparte, senza farmi notare. Ma da qualche settimana non vuole più essere accompagnato, dice che tutti i suoi amici si muovono da soli ed è imbarazzante per lui farsi vedere in giro ancora col papà. Il tragitto che generalmente percorre è da casa (abitiamo in periferia) a piazza Fera. Per poi spostarsi nelle zone di santa Teresa e via Alimena. Sono questi generalmente i luoghi di ritrovo degli adolescenti cosentini.

Dopo la sua richiesta di uscire da solo, non ho potuto far altro che assecondarlo ancora una volta, memore anche della mia adolescenza. Si sa che questa è l’età dei conflitti, specie con il padre. E siccome la richiesta non è poi così assurda, ho preferito “dargliela vinta” piuttosto che alimentare altri conflitti. E così ha iniziato ad uscire da solo e a rientrare (sempre alle 23,30) da solo. E tutto è filato liscio. Ma tranquillo non riesco a starci. Ogni venerdì e sabato per me è un tormento. Un’ansia che non vi dico, non riesco ad aspettare a casa, devo sapere dov’è, e che sta facendo. Non mi basta telefonarlo ogni mezzora. E così ho fatto quello che un padre che ha fiducia nel proprio figlio non dovrebbe fare: l’ho seguito di nascosto. Mi sono “appostato” per vedere cosa facesse. E ahimè ho scoperto che lui e i suoi compagni sorseggiano birre tranquillamente in pieno centro cittadino, nonostante l’accesso agli alcolici ai minori sia vietato. Ho visto diversi coetanei di mio figlio vomitare l’anima, e le scrivo anche per dire che quello che è successo la notte di Capodanno, una cinquantina di adolescenti ricoverati presso il pronto soccorso cittadino in coma etilico, è una “scena” che si ripete ogni fine settimana in diverse piazze dell’area urbana. Non con questi numeri. Ma basta andare il venerdì sera nelle piazze frequentate da adolescenti, per capire che in tanti fanno abuso di alcolici.

Procurarsi alcolici è facile: basta avere un amico maggiorenne disposto a comprarlo al supermercato, e quando questo non è possibile, possono tranquillamente accedere ai distributori automatici di alcolici, sparsi oramai in tutto il centro cittadino. Basta infilare 2 euro, digitare il codice e la birra è pronta. Senza nessuno che ti chiede se hai l’età per poterla acquistare. Sono rimasto allibito da questo, oltre che dal comportamento di mio figlio che non si è limitato a bere solo una birra.

Una volta rientrato a casa gli ho detto quello che avevo visto, ammettendo di aver tradito la sua fiducia “seguendolo”. Fiducia tradita da entrambi le parti, gli ho fatto capire. Gli ho detto chiaramente che averlo visto assumere alcolici, è stato per me il peggiore dei tradimenti. E per questo gli darò una punizione.

Dove ho sbagliato non lo so, ed è per questo che le scrivo, magari qualcuno può darmi qualche consiglio, ma una cosa la voglio dire: chi ha autorizzato queste maledette macchinette che rilasciano alcolici a tutti?

Grazie

Lettera Firmata