A Rende è già campagna elettorale: il documento di Carlo Petrassi

Nelle ultime settimane si nota in città un crescente fermento politico quasi che le elezioni fossero imminenti. Tutti i partiti, i movimenti politici, i comitati, le associazioni, cercano di riorganizzarsi rendendo pubbliche le proprie posizioni.

Alcuni cercano convergenze per possibili alleanze future, altri si interrogano se sia il caso di portare avanti un progetto politico che è andato logorandosi nei fatti ancor prima di partire. In questa attività ogni forza politica cerca di porsi come guida e come punto di riferimento per le altre.

Questa frenetica attività intellettuale certifica non solo la profonda crisi della maggioranza che sostiene il sindaco Manna ma anche il risveglio di una coscienza civica da cui scaturisce una crescente volontà e necessità di provare a dare soluzione ad una crisi politico-istituzionale che attanaglia la città di Rende oramai da tanti troppi anni.

Le dimissioni del sindaco Cavalcanti, l’avvento del commissario prefettizio, tutti gli altri motivi che hanno portato alla vittoria del sindaco Manna dopo 62 anni di amministrazione riformista sono tutti eventi che testimoniano una crisi che non è imputabile esclusivamente all’attuale amministrazione, ma anche ad un periodo storico ben più lontano, gli ultimi 10 anni, in cui sono stati commessi alcuni errori che ancora oggi non si è voluto completamente analizzare e riconoscere soprattutto da parte di chi questi errori li ha commessi.

Principe e il "pentito" Cavalcanti
Principe e il “pentito” Cavalcanti

Il fallimento di Manna va identificato innanzitutto nella sua incapacità di risolvere questa crisi politica, che con lui si è addirittura acuita e cronicizzata. Manna ha fallito perché gli elettori gli chiedevano innanzitutto di risolvere questa crisi per far ripartire la città, ma così non è stato.

La sindacatura dell’avv. Bernaudo e poi quella dell’avv. Cavalcanti non hanno avuto certo difetti di visione politica che purtroppo sono riscontrabili nell’amministrazione attuale, ma hanno avuto dei limiti nella concreta realizzazione di quella lungimirante visione politico-riformista che ha permesso la costruzione della Rende che oggi ci ritroviamo.

Infatti a Rende negli ultimi 10 anni si sono volute perpetrare discutibili scelte politiche avviando una serie di importanti investimenti – finanziati anche attraverso le già asfittiche casse comunali – senza tener conto della tremenda crisi economica che colpiva tutti i cittadini italiani e le amministrazioni pubbliche a tutti i livelli. Tutto questo ha prodotto milioni di euro di debiti fuori bilancio nonché tutta una serie di opere incompiute.

Inoltre, probabilmente le crescenti esigenze di consenso elettorale sono state la causa della perdita di quel rigore urbanistico che faceva di Rende un esempio per il meridione d’Italia. In particolare, ci riferiamo ad alcune politicamente discutibili varianti al PRG che bisognava assolutamente evitare.

fiumeForse sarebbe bastato prendere le decisioni in modo più democratico, ma soprattutto bisognava dare spazio ad un ricambio generazionale ed intellettuale che permettesse l’avvento di una nuova classe dirigente in grado di sostituire la vecchia in modo del tutto naturale. Purtroppo così non è stato, peccato!

Adesso però è arrivato il tempo di rimediare.

Indipendentemente dalle più o meno imminenti elezioni, auspichiamo che il fermento politico di questi giorni e le analisi politiche dei vari interlocutori tengano conto di queste riflessioni necessarie affinché la futura coalizione che governerà Rende possa basarsi su solide fondamenta intellettuali.

In questo modo sarà possibile finalmente raccogliere il testimone della gloriosa storia amministrativa riformista rendese. Se così non fosse, se non si volesse fare ancora una volta i conti con la storia degli ultimi anni cercando scorciatoie senza analizzare serenamente gli errori fatti, la crisi politica istituzionale degli ultimi 10 anni a Rende ancora una volta non troverà soluzione.

Soffieranno i venti della peggiore restaurazione che con ogni probabilità spianerà la strada alla vittoria elettorale del sindaco Manna di turno. E’ dovere di ogni cittadino che ha a cuore le sorti di Rende evitare che possa riaccadere questo.

Carlo Petrassi, capogruppo Rende Bene Comune

Chiara Viola, ex presidente Commissione Bilancio

Francesco Chiappetta, ex consigliere comunale 

e tanti altri firmatari