EX-NOVELLI. CHIESTA ISPEZIONE AL TRIBUNALE DI TERNI. 600.000€ SPESI PER LA PROCEDURA FALLIMENTARE MA CON QUALE ESITO?
Terni – “Ho depositato un atto di sindacato ispettivo chiedendo al Ministro della Giustizia una ispezione presso il Tribunale di Terni per verificare come sia stato gestito dal 2013 il concordato fallimentare del gruppo Ex-Novelli”. Inizia così la nota del Senatore Stefano Lucidi.
“Ci sono novità importanti, per una vicenda che sembra non avere fine” – prosegue la nota del senatore umbro che aggiunge – “dopo la conclusioni delle indagini svolte dalla Procura di Castrovillari sono arrivate nuove segnalazioni e nuova documentazione che meritano un approfondimento di altissimo livello”.
Nella nuova interrogazione depositata in Senato si legge che a fronte di un pagamento di circa 600.000 € per la procedura di concordato, solo nel 2017, cioè alcuni anni dopo e con la cessione già avvenuta, venga data notizia dal Tribunale dei mancati pagamenti effettuati dal gruppo Novelli per il 2014, 2015 e 2016. Per un mancato cash flow complessivo di oltre 6 milioni di euro. Episodi questi quanto meno da verificare in sede ispettiva perché il concordato fallimentare prevede aggiornamenti continui e puntuali con verifica degli scostamenti dagli obbiettivi omologati.
Ma non solo.
“Leggendo le carte di chiusura indagini del Procuratore Continisio di Castrovillari” – che ha ereditato il fascicolo che fu di Eugenio Facciolla – “si evince come il soggetto al quale è stata regalata l’azienda Novelli cioè Alimentitaliani sia diverso da quello che aveva presentato l’offerta iniziale definita “minimalista” che era invece Fattorie Greco, e sul quale espressero parere favorevole i commissari giudiziali di Terni, denunciando contestualmente l’assenza di informazioni da parte dell’allora CDA tecnico della Novelli.
Aspetti nuovi e contraddittori che pongono ancora interrogativi sulla validità della cessione, fatta appunto ad nuovo soggetto che non era più vincolato agli investimenti posti a garanzia della cessione iniziale e che non ha ereditato il concordato fallimentare come richiesto.
“Questa vicenda complessa, contraddittoria e anche costosa, merita un approfondimento da parte del Ministero della Giustizia al quale ho chiesto di effettuare un’ispezione presso gli uffici giudiziari interessati” – prosegue duramente la nota del senatore Lucidi – “chiedendo altresì di valutare un atto ministeriale che congeli tutto l’iter giudiziario a tutela dell’azienda e dei lavoratori”.
“Non è possibile che una realtà storica del nostro territorio, un’azienda che dava lavoro a 500 persone e alle loro famiglie, sia diventata oggi solo carte e fascicoli sugli scaffali di 4 tribunali e 3 procure italiane” – chiude nettamente la nota del senatore Stefano Lucidi.