Agricoltori in rivolta a Crotone, Cosenza e Catanzaro: centinaia di trattori in corteo contro il “caro costi”

La mobilitazione nazionale degli agricoltori ha raggiunto anche Crotone, con una massiccia protesta che ha coinvolto 200 trattori in corteo. Partiti da Passovecchio, i partecipanti hanno percorso la Statale 106 per raggiungere la rotonda di Steccato di Cutro, esprimendo il malcontento generale nei confronti delle nuove linee guida dell’Unione Europea, emanate in questi giorni. Stanno protestando anche gli agricoltori delle province di Cosenza (corteo di trattori sulla statale 107) e di Catanzaro (corteo nei pressi dello svincolo A2 di Lamezia).

Le direttive dell’Unione Europea hanno sollevato un’ondata di malcontento tra gli agricoltori in tutta Italia, e la contestazione a Crotone rappresenta un grido di protesta unitario. La categoria agricola, stremata dai crescenti costi di produzione, chiede sostegni concreti e misure adeguate per affrontare le sfide attuali.

La protesta, che ha visto il coinvolgimento di agricoltori calabresi determinati, riflette il bisogno di attenzione e soluzioni immediate per garantire la sostenibilità economica del settore agricolo.

Alla base dello sciopero nazionale le norme comunitarie sull’etichettatura dettagliata dei prodotti. L’ aumento del costo del gasolio. La gestione dei consorzi di bonifica. L’ aumento degli interessi bancari.

La protesta mira a denunciare l’esorbitante aumento dei costi di produzione, che include carburanti e materie prime, oltre alle regole sempre più restrittive che, secondo gli agricoltori, danneggiano il settore da anni.

Gli operatori agricoli e zootecnici del Crotonese, insieme ad altri rappresentanti del comparto in Calabria, parteciperanno attivamente alla protesta, che è parte di un movimento nazionale partito in Germania nelle settimane scorse e promette di diffondersi in tutto il Paese nei prossimi giorni. La manifestazione pone particolare attenzione alle agevolazioni per il gasolio, la cui rimozione potrebbe causare problemi significativi per i produttori e, di conseguenza, aumenti considerevoli nei prezzi dei prodotti alimentari per i consumatori finali. La protesta è un grido d’allarme per la sostenibilità economica del settore agricolo nel Mezzogiorno.