Alto Tirreno Cosentino, una storia di “disorganizzata” quarantena

ALTO TIRRENO COSENTINO. UNA STORIA DI “DISORGANIZZATA” QUARANTENA

Vi raccontiamo la vicenda di una persona in quarantena che solo grazie al suo senso di responsabilità non ha messo in pericolo altri.
Tutto sta accadendo in un comune della Riviera dei Cedri. Nel rispetto della privacy chiameremo il protagonista di questa storia “Mario”.
Mercoledì scorso una persona avverte Mario di essere risultata positiva al Covid19 e che il suo nome è stato inserito tra i “contatti stretti”, i quali andrebbero subito posti in quarantena. Fatto sta che per più di ventiquattro ore, Mario non viene contattato da nessuno e non riceve alcun provvedimento, anzi, è lui che inizia a “telefonare” ai vari uffici. Il risultato: molti non rispondono e quei pochi che gli rispondono si contraddicono a vicenda sulla procedura.

Per fortuna, Mario è una persona responsabile e si è posto in “autoisolamento” subito dopo aver ricevuto la telefonata della persona risultata positiva, ma nulla gli impedirebbe di andarsene in giro.
Ma l’avventura non finisce qui.
Come detto, Mario riceve l’ordinanza di quarantena dopo ventiquattro ore e deve anche fare il tampone.
Mario è convinto che glielo faranno a domicilio, visto che è “ufficialmente” in quarantena e non può mettere il naso fuori dalla porta.
E invece no!
Gli viene detto che può presentarsi all’Usca di Scalea con la sua ordinanza di quarantena, grazie alla quale potrà sottoporsi al tampone. Mario, che è responsabile, viene assalito dai dubbi e si pone una domanda logica: “Non posso uscire di casa, ma posso andare da solo e come voglio in una strattura sanitaria?”
A quanto pare, così fan tutti. E così farà lui.

Ad oggi Mario non ha ricevuto il risultato del tampone, ma ha tosse secca, un po’ di febbre la sera e ha perso i sensi del gusto e dell’olfatto. “Potrebbe essere anche influenza – ci spiega Mario – solo il risultato del tampone potrà togliere ogni dubbio. Ma spero solo che la mia testimonianza faccia comprendere che nel sistema di controllo e gestione della Pandemia ci sono delle grosse falle”.
E siccome non vogliamo farci mancare nulla, aggiungiamo anche altri particolari.
Mario abita da solo in una zona isolata. Se non avesse degli amici che gli portano la spesa, morirebbe di fame. Ma come raccontato, Mario ha anche dei sintomi sospetti “già comunicati alle autorità sanitarie”, fatto sta che in cinque giorni di quarantena nessun medico ha bussato alla sua porta.
Questo è quanto. Intanto, incrociamo le dita per Mario e per tutti coloro che stanno vivendo situazioni simili.