di Saverio Di Giorno
Ma che c’avrà Forza Italia di così succulento che tutti vogliono affondare il cucchiaio? Ormai Forza Italia ha più iscritti che votanti. L’ultimo ingresso è quello del sindaco di Scalea, Giacomo Perrotta, che evidentemente stregato dal fascino di Gallo annuncia l’entrata. E causa un mezzo terremoto.
Sarà il filo diretto con il governatore, sarà una maggiore facilità nella gestione dei fondi, sarà un posto per le prossime elezioni. Le risposte sono tante, più o meno legittime, ma tutte tragicomiche, perché il risultato è avere una lista di comuni – Scalea compresa – nei quali maggiorana e minoranza stanno nello stesso partito. E riescono comunque a litigare, con notevole dose di creatività. Giusto per fare un esempio nelle stesse fila (sebbene a diverso titolo) si trovano Ugo Vetere, Giacomo Perrotta, le minoranze. E sono tutti l’un contro gli altri armati. Se non ci si dovesse vivere verrebbe voglia di prendere i popcorn e stare alla finestra, purtroppo però quando ci sono troppi galli in un pollaio, la saggezza dei nonni non predice cose positive.
Gaetano Bruno, ormai ex presidente del consiglio di Scalea ci rilascia un’intervista dopo le sue chiacchierate dimissioni e restituisce il suo punto di vista e la sua interpretazione degli eventi.
Insomma. Cosa non ha funzionato?
“Il progetto di cui ho fatto parte iniziava da una lista civica. Dalla volontà di sbloccare e cambiare rispetto al passato e a quello che aveva portato. Sicuramente è stato fatto un lavoro enorme sui conti pubblici, sui grandi evasori e sul riordino, così come su alcune opere importanti. Diversamente si sarebbe potuto agire su turismo ed eventi che da soli non bastano se non c’è sufficiente apertura al territorio e partecipazione. Certo, amministrare non è fare campagna elettorale e quindi tutte le difficoltà sono comprensibili, ma diventa più complicato se c’è anche volontà di fare carriera …”.
E infatti ci sono delle evidenti contraddizioni, che anche lei ha sottolineato. Qual è la strategia, ammesso che ce ne sia una?
“La contraddizione è evidente. La decisione del sindaco di entrare in FI avviene dopo la costituzione a Scalea di un gruppo di minoranza sempre in FI. Poi bisogna intendersi. A livello regionale, credo sia la solita strategia del divide et impera di Occhiuto e Gallo. Si cerca di mettere bandierine e dividere e poi fare la conta. Ma piazzare persone e fare i conti matematici non è mai politica e poi fondi e nomi non assicurano un tessuto sociale coeso. È la credibilità che conta. Tra l’altro da quello che si sente in giro FI non gode di buona salute disturbata da correnti interne e personalismi mal digeriti dalla pancia del partito. All’interno del comune di Scalea la situazione è anche più frammentata: si cercano alleati ma tutti hanno ambizioni a fare i sindaci. Giacomo (il sindaco) cerca sponde, ma poi ci sono i vari gruppi che fanno capo a Tenuta, Orrico, Forestieri e gli altri …”.
Date le correnti e i movimenti intestinali della destra. Per le prossime elezioni si è facili Cassandre. La previsione è la scomparsa totale della sinistra e un mercato delle vacche. Grasse. A proposito di gruppi e movimenti. Hai avuto i complimenti per la coerenza praticamente da tutti. Da Ugo Vetere in un post prima modificato, poi cancellato, da simpatizzanti delle opposizioni, da chi si agita sui social. Lusingato?
“Il problema è che io vengo dal giornalismo, dalle associazioni e ho una storia professionale lunga e le conosco queste dinamiche. Sono modi per entrare nell’agone, per fare caciara e dare fastidio, sperando che cada l’amministrazione. Ho gli anticorpi per capire che sono lusinghe e rilanci ad hoc”.
E chi è che vuole che questa amministrazione cada?
“Beh, dentro sicuramente l’opposizione. Fuori tanti che stanno nell’ombra o mascherati e fanno i propri comodi. Dentro la maggioranza spero nessuno. IdM aveva detto di staccare la spina, poi non l’ha più fatto. Mi auguro una maggiore coerenza a tutti i livelli: a rigor di logica dovrebbero essere proprio le forze di centrodestra ad evitare una crisi. Occhiuto e i suoi dovrebbero andare in questa direzione altrimenti si potrebbero ritenere colpevoli di un nuovo commissariamento”.
Il vero elefante nella stanza è la criminalità. Scalea è accerchiata. Sulle intimidazioni (una su tutti quella al Brigante) è calato silenzio. Nessun dibattito, nessun approfondimento. Dalla criminalità di strada alla gestione dei grandi appalti, gli interessi sono enormi. Quanto pesa e peserà nelle prossime elezioni?
“Quando ho sposato il progetto e tutt’ora aldilà delle visioni differenti penso di poter difendere la moralità delle persone con cui ho diviso un pezzo di strada. Certo, la storia ci insegna che dobbiamo sempre essere pronti alle sorprese, quindi l’unica cosa che mi sento di dire sul futuro è che la situazione non è bella. Gli interessi sono tanti. Quello che posso dire io è che so già a chi dire di no e da chi mantenere le distanze. La storia, appunto, insegna”.
E speriamo che abbia buoni scolari. Attenti e curiosi di sapere. Tutti questi forzisti come la pensano sull’autonomia differenziata? Come il direttivo? Sulla sanità territoriale distrutta anche dal governatore? Sui boschi incendiati? E sulla criminalità, visto che è un partito continuamente chiacchierato e finanziato dalla mafia (sentenza Dell’Utri)? Come la racconteranno agli elettori? Certo che Berlusconi si affannò per riempire il parlamento e il partito riuscendo solamente a rifilarci persone discutibili e belle ragazze poco preparate. In Calabria, a trovar persone (?!?), si sarebbe affannato meno.