Anche Dalila Nesci nel nascente partito degli ex di Forza Mafia

Se il problema di Luigi Di Maio è quello di voler restare per sempre attaccato ad una poltrona per continuare a godersi i famosi privilegi della casta che un tempo odiava tanto, quello di Dalila Nesci è trovare la giusta scusa per saltare il fosso: tra meno di un anno la sua avventura politica può dirsi conclusa e tornare all’oblio sociale e politico che l’aspetta, al contrario di Di Maio che ha da tempo preparato, politicamente parlando, il suo piano B. Mal che vada – l’espulsione dal Movimento è stata solo rimandata, ma pare essere “cosa fatta”, del resto Di Maio ha espulso gente dal Movimento per molto meno – ha già un posto blindato “nella lista” del nascente partito del Sud della Carfagna. E la sua terza elezione, con l’aiuto dei pacchetti di voti che Mara dispone in Campania, potrebbe diventare realtà. Che è quello che realmente interessa a Di Maio: continuare a vivere di politica.

Ora tocca a Dalila uscire politicamente allo scoperto, cosa che ha già parzialmente fatto prendendo le difese di Di Maio; del resto la Nesci, che come il 99% degli eletti del Movimento 5 Stelle dal 2013 ad oggi è da considerarsi una miracolata, è sempre stata dalla parte del “potere” e del più forte, ma non ha ancora detto “chiaramente”, qualora dovesse concretizzarsi l’espulsione di Di Maio, se intende seguire il suo pifferaio nel partito degli ex di Forza Mafia.

A sentire i “contiani” Stefano Patuanelli, Vito Crimi, Paola Taverna, Ettore Licheri e Alfonso Bonafede l’adesione della Nesci al nascente partito della Carfagna è più che scontata. E non è la sola, a seguire Di Maio anche la viceministra all’Economia Laura Castelli, Manlio Di Stefano, Vincenzo Spadafora, Mattia Fantinati, Sergio Battelli, Claudio Cominardi, Primo di Nicola, e gli ex sottosegretari Vacca e Valente. Un bel gruppo che da tempo, sottobanco, sta lavorando ad una «exit strategy» dal Movimento. Tutta gente che ha capito che la vita da deputato è bella e che non ha più voglia di ritornare all’anonima e sacrificata vita di una volta. Vogliono un terzo mandato, e non gliene frega niente della guerra in Ucraina, della fame nel mondo, dei guai degli italiani, della Nato, del Patto Atlantico: tutte scuse per mascherare la loro vera natura che non è diversa da quella dei marpioni politici che dicevano di voler combattere. La vita comoda piace a tutti. A loro che l’hanno “provata” più di tutti. E questo la “gente” l’ha capito. Il sogno a 5 Stelle per chi l’ha sostenuto con il voto si è trasformato in un incubo, perciò gli elettori hanno deciso di svegliarsi. E tutto questo solo per la loro poltrona. Altro che “guerra o pace”! E’ questa la scusa che serva a Dalila per giustificare il suo salto della quaglia.

Pur di continuare a vivere comodamente di politica sono disposti anche a rinnegare le misure da loro stessi approvate, se questo dovesse inficiare la loro terza elezione. Se la Carfagna dovesse chiederglielo come contropartita per l’ingresso di Di Maio in un “collegio sicuro” sono disposti anche a votare, in un eventuale governo a guida centrodestra, l’abolizione del Reddito di Cittadinanza. Dopo aver tradito tutto il “tradibile”, ora si apprestano a rinnegare anche se stessi. Diceva qualcuno: il potere non cambia le persone, mostra come sono veramente, e loro sono sempre stati così.