Mentre incalza e continua la protesta dei movimenti e dei familiari del povero Eugenio Bisogni, che dopo il presidio di sabato scorso fuori dall’ospedale Giannettasio di Rossano saranno oggi, giovedì 6 aprile, alle ore 16 davanti all’Asp di Cosenza, emergono i tentativi di discolpa a firma del commissario Antonello Graziano.
Di fatto, pur non avendo proferito parola se non quando la notizia della triste morte di Eugenio Bisogni è stata posta all’attenzione dei media, il commissario dell’Asp di Cosenza, Antonio Graziano – in arte Strafalaria- è corso vergognosamente ai ripari, sin da subito.
Sono infatti del 16 Marzo 2023 due delibere con le quali l’Asp di Cosenza ammette implicitamente la sua negligenza e il suo disinteresse verso la salute dei cosentini e delle cosentine.
Con la delibera n° 122 del 16 Marzo si predispone CON URGENZA una commissione aggiudicatrice per l’acquisto immediato di sessanta barelle da distribuire alle varie unità operative territoriali. Strana coincidenza giacché ciò che dall’inizio è trapelato sulla morte di Eugenio Bisogni è che l’ambulanza giunta da Castrovillari presso l’ospedale di Rossano fosse sprovvista di una lettiga idonea al trasporto di una persona obesa.
Non ci vuole certo un mago a capire che la morte di Eugenio è stata causata da ben altri errori e fattori, ormai consolidati in questo sistema massomafioso che rappresenta la sanità calabrese, ma pur di correre ai ripari rispetto le accuse dell’opinione pubblica, il commissario come lo stolto che guarda il dito anziché la luna, si è apprestato a correre ai ripari perché, si sa, la vita delle persone conta meno dei giochi politici.
La delibera 122, però, non è la sola prova di colpevolezza fornita dal feudo di Via Alimena, ce n’è un’altra, la n° 562 che a seguito dei gravi fatti di Corigliano, tra cui la morte della diciassettenne Marta Azzaro avvenuta il 16 Gennaio 2023, attesta un impegno di spesa pari a 177.000 euro per lavori straordinari all’interno dello spoke “Guido Compagna”.
Che ci si sia finalmente resi conto che quell’ospedale costituisca più un pericolo che un luogo di cura?!
Non è dato sapere se per ripulire le proprie coscienze a chi da anni attinge alla mangiatoia della sanità calabrese basti una firma su una delibera farlocca, quello che sappiamo è che due giovani sono morti ed è solo la punta dell’iceberg di ciò che accade ogni giorno nelle strutture sanitarie calabresi e che per rassegnazione, e tanti altri motivi, non viene denunciato.