All’Asp di Cosenza, nonostante le continue denunce, ancora c’è gente che pensa di fare come se fosse a casa propria. In particolare ci riferiamo alla Unità Operativa Centrale Gestione Infrastrutture e Tecnologie diretta dall’ingegnere Sosto che venerdì scorso ha deliberato l’ennesimo atto illegittimo.
In particolare ci riferiamo alla delibera n. 2181 pubblicata ieri all’albo pretorio con la quale si consuma, sulle spalle di tutti gli altri dipendenti, evidentemente ritenuti non all’altezza ma in verità figli di un Dio minore, l’ennesimo atto di strafottenza e tracotanza di un modo di fare che ormai, purtroppo, caratterizza in negativo l’Asp di Cosenza.
In effetti con l’atto adottato, il Responsabile del procedimento dott. Sebastiano Mauceri (per capirci, uno dei tanti protetti del Cinghiale), individua informalmente 6 dipendenti (come lui stesso in delibera afferma) in modo del tutto arbitrario (perché in assenza di alcuna procedura) e li nomina responsabili di zona. Praticamente gli amici.
Ma il dott. Mauceri ha avviato una procedura di selezione alla quale avrebbero potuto partecipare gli aventi diritto? Ha prodotto un avviso?
No, niente di tutto questo. Antonio Marsico per l’area del Distretto Cosenza-Savuto; Natale De Bartolo per l’area del Distretto Valle Crati; Michele Pignataro per l’area del Distretto Tirreno; Francesco Viola per l’area del Distretto Esaro-Pollino; Antonio Raffaele Aurelio per l’area del Distretto Ionio Sud e Ionio Nord e Antonio Nicoletti per l’area del Distretto San Giovanni in Fiore. Questi i nomi dei dipendenti individuati ad personam dal dott. Mauceri e dall’ingegnere Sosto. E perché proprio loro?
Sebbene la responsabilità affidata con la delibera ai dipendenti amici oggi non produca alcuna variazione dello stato giuridico ed economico, sappiamo benissimo come poi in futuro saranno utilizzati questi atti.
In realtà, questo è il primo passo per chiedere e ottenere fra cinque anni il riconoscimento per mansioni superiori svolte. Un ci vo’ zingara ppe nnumina’ ventura …
A fronte di questa ulteriore prevaricazione, che solo noi abbiamo il coraggio di denunciare, speriamo che giunga in soccorso l’autorevole voce delle organizzazioni sindacali a tutela e garanzia di tutti i dipendenti per bloccare e revocare quest’ultima genialata in chiaro stile Cinghiale.