Asp Reggio. Lo scandalo delle transazioni milionarie e il contratto da 300 mila euro al marito della dg Di Furia

Lo scandalo delle transazioni milionarie della sanità non è soltanto cosentino ma è anche reggino, diciamo quasi per metà. Perché se all’Asp di Cosenza hanno “regalato” 39 milioni di euro alla BFF di Milano, all’Asp di Reggio hanno fatto più o meno la stessa cosa, con un esborso di 37,8 milioni e di conseguenza lo scandalo è perfettamente uguale a quello cosentino.

In simultanea con la transazione cosentina, BFF si è attivata anche su Reggio Calabria dove un accordo quadro transattivo di 294 pagine è stato firmato il 21 dicembre 2023 dalla dg Lucia Di Furia e dai rappresentanti della banca milanese. L’ultimo addendum all’accordo porta la data dello scorso 28 giugno 2024 con la firma di Di Furia e dell’avvocato Bonalume. Negli allegati tabellari consultati da L’Espresso, la cifra finale da pagare è di 37,8 milioni di euro, non lontana da quella ottenuta dall’Asp Cosenza (39 milioni di euro), a fronte di 11.996 tra fatture e note di credito. 

“In meno di due settimane alla fine del 2023 – ha scritto L’Espresso – BFF ha incassato quasi 77 milioni solo dalle Asp di Cosenza e Reggio. Sono risultati che possono avere effetto sulle retribuzioni dei manager. L’ad di BFF, Massimiliano Belingheri, è noto per essere fra i banchieri meglio pagati d’Italia. Nella classifica dei guadagni del 2023 appena pubblicata da Gianni Dragoni sul Sole 24 ore, è passato dai 6,5 milioni di euro dell’anno precedente a 5,9 milioni di cui 1,2 milioni di stipendio fisso, 2,8 milioni di parte variabile e circa 1,9 milioni di plusvalenze legate all’esercizio di stock options. Belingheri è tra i maggiori azionisti di BFF attraverso The Bali trust e assieme a due colossi della finanza Usa come Capital research & management, Jo Morgan asset management e Artisan partners. In un anno borsistico estremamente favorevole ai titoli bancari, BFF è andata sulle montagne russe sul mercato Euronext Milano. Ha raggiunto il massimo con 12,96 euro il 10 aprile 2024. Un mese dopo, il 9 maggio, è sprofondata a 6,98 dopo i rilievi di Bankitalia sui criteri di classificazione del credito e sulla remunerazione dell’ad. La ex Farmafactring si è adeguata entro il mese di luglio ed è risalita sopra i 9 euro di quotazione. Anche i dati economici sono in miglioramento dopo un 2023 con utile netto a 171,7 milioni in discesa rispetto ai 232 milioni del 2022 e una semestrale 2024 che vede già i profitti a 161,8 milioni di euro…”.

E non finisce certo qui.

L’Asp di Reggio diretta da Lucia Di Furia è sotto esame per avere inserito nella transazione BFF fatture degli anni Novanta che dovrebbero essere già state liquidate durante la gestione dell’ex sindaco di Reggio Calabria ed ex presidente regionale Giuseppe Scopelliti.

“Il meccanismo che avevo scoperto durante il mio incarico – dichiara Santo Gioffré, ex commissario straordinario dell’azienda sanitaria reggina processato e assolto per la grstione contabile da lui stesso denunciata – consisteva nel pagare le forniture attraverso la tesoreria centrale. É stato quindi necessario ricostruire tutti i pagamenti fattura per fattura. con mandati che risalivano al 1996 e non avevano pezze d’appoggio. Poi nel 2022 si è inserito il factorinq con il risultato che alcune prestazioni sono state pagate prima al debitore e poi di nuovo al factoring. Peraltro a me risultano liquidazioni all’Asp di Reggio per 46,3 milioni di euro, superiori alla cifra indicata da L’Espresso…”.

Altro elemento di polemica, sollevato dal consigliere d’opposizione Giovanni Muraca viene dal contratto triennale da 100 mila euro totali firmato con l’Università Politecnica delle Marche dove lavora il marito della dirigente Di Furia, Raffaele Giorgetti. “Ci risulta – dice Muraca – che avrebbe guidato anche corsi di formazione”…

«L’accordo – ha spiegato Muraca – deliberato nel luglio 2023 dalla direttrice generale Lucia Di Furia, prevede la collaborazione dell’ateneo marchigiano per supportare il Comitato valutazione sinistri dell’Asp reggina tramite consulenze di medicina legale, con un costo complessivo di 100.000 euro distribuito su tre anni».

«Tuttavia – ha proseguito Muraca – restano molteplici interrogativi che necessitano di risposte chiare e tempestive. Come mai sono stati bypassati i medici legali già presenti all’interno dell’Asp di Reggio Calabria e quelli dell’Università di Catanzaro, una struttura di eccellenza che annovera figure altamente qualificate nel settore? È davvero possibile che in tutta la Calabria e nell’intero Mezzogiorno non esistessero professionalità adeguate a soddisfare le esigenze del Comitato valutazione sinistri?».

«Inoltre – ha aggiunto Muraca, rafforzando i dubbi già espressi dal Pd Calabria – appare singolare che la scelta sia ricaduta proprio sull’Università Politecnica delle Marche, l’ateneo presso cui la Dg Di Furia ha conseguito la laurea e che si trova nella regione in cui risiede. Questo fatto pone più che ragionevoli dubbi sul piano dell’opportunità e dell’assenza di conflitti di interesse».

«Va, poi – ha proseguito – tenuto in considerazione che non sono state fornite motivazioni ufficiali e oggettive per giustificare una decisione che ha comportato il ricorso a consulenze da un ateneo distante quasi 900 chilometri da Reggio Calabria».

«“È doveroso –  ha concluso Muraca – che la struttura commissariale per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo sanitario chiarisca se fosse a conoscenza e se ritiene corretta la procedura seguita dall’Asp d Reggio. È indispensabile fare luce su tutti gli aspetti di questa vicenda, a tutela della trasparenza e della credibilità delle istituzioni sanitarie calabresi. Non possiamo accettare che decisioni così importanti siano prese senza una chiara e documentata giustificazione, soprattutto quando riguardano la gestione di risorse pubbliche e la qualità dei servizi sanitari offerti ai cittadini». Ma si può andare avanti così?