Non ce l’abbiamo con la questura per il sol gusto di dargli addosso per poter poi passare da rivoluzionari incalliti che a prescindere, e per dimostrare di essere tali, devono per forza essere contro i corpi di polizia. Che come si sa sono spesso servi, e il braccio armato del potere corrotto.
No, non lo facciamo per questo. Noi ce l’abbiamo con la questura di Cosenza, o meglio con chi di volta in volta la dirige, perché non fa il suo dovere. E prova ne è che ogni volta che svolgono un’indagine non ne azzeccano una. Spesso non arrivano nemmeno ad una conclusione. Specie quando si tratta di fare chiarezza sugli attentati che avvengono contro i politici.
Anche se in questo ragionamento va considerato che potrebbe non sempre essere colpa della questura che magari il caso lo ha risolto. Va considerato anche il ruolo del pm che coordina le indagini e magari, come spesso accade alla procura di Cosenza, è proprio lui che non vuole che si trovi il colpevole. Per ragioni che possiamo immaginare.
C’è comunque una responsabilità al 50% tra procura e questura. Perché entrambi potrebbero denunciare chi copre o insabbia. Ma questo, come sappiamo, non avviene mai.
A guardare gli attentati avvenuti a Cosenza negli ultimi 10 anni contro i politici, ci accorgiamo che nessuna indagine per assicurare i mandanti e gli esecutori alla giustizia, è mai arrivata alla fine. Nessuno è stato mai arrestato per questi attentati. E non sono pochi. Ovviamente escludiamo dalla parola “attentati” ai politici le classiche lettere anonime (spesso se le mandano da soli), o i bossoli nella buca delle lettere, riferendoci solo a fatti più concreti quali auto incendiate, e minacce fisiche.
Ma vediamo chi ha subito attentati dei politici a Cosenza e a che punto è la Giustizia su queste indagini.
Febbraio 2005, salta in aria l’auto dell’assessore al welfare Giovanni Serra, giunta Catizone. Nessun colpevole.
Dopo pochi mesi da questo attentato salta in aria la macchina di un pezzo grosso dell’allora partito democratico: Franco Ambrogio, assessore comunale ai lavori pubblici della giunta Catizone prima, e della giunta Perugini poi. Già parlamentare e segretario regionale ai tempi del PCI. Nessun colpevole.
Sempre durante la “reggenza” Catizone, lo stesso sindaco subisce uno strano furto. Ignoti si introducono nella sua casa alla ricerca di documenti e carte varie. Anche per questo episodio nessun colpevole.
Marzo 2007, ignoti depositano una tanica di benzina nell’auto del padre di Carlo Guccione, segretario regionale dei DS.
Maggio 2007, due pregiudicati seguono per oltre 100 chilometri sull’autostrada del Sole l’auto con a bordo Guccione. Un chiaro segnale intimidatorio per la polizia che ferma i due.
Settembre 2007, nei pressi dell’abitazione di Guccione, ignoti danno fuoco alla sua auto, una Smart. Per tutti gli episodi, nessun colpevole.
Anche qui a distanza di qualche settimana, salta in aria l’auto del consigliere Damiano Covelli. Per questo episodio furono arrestate due persone, ma questa è una storia che merita una narrazione particolare per far capire il ruolo della polizia nelle indagini.
Febbraio 2015, un incendio di matrice dolosa devasta la sede del PSE a Cosenza. Nessun colpevole.
A seguire da questo episodio l’ex consigliere Mazzuca e i suoi familiari vengono più volte avvicinata da personaggi “misteriosi” e pesantemente minacciati. Nessun colpevole.
Questi gli episodi salienti al netto, come dicevo prima, di letterine anonime e bossoli. Altrimenti l’elenco sarebbe veramente lungo, e anche in questi casi nessun colpevole è stato mai trovato.
Ecco, questi sono dati oggettivi che mettono in evidenza la carenza investigativa della questura di Cosenza, a voler essere buoni, quando non si tratta di vero e proprio insabbiamento.
E’ questo il motivo che ci fa dubitare della loro reale integrità morale ed onestà. Possibile che non riescono mai ad arrestare nessuno, tranne qualche piccolo spacciatore e ladro di polli?
A questi episodi va aggiunto l’ultimo attentato avvenuto domenica scorsa a danno del sindaco Marcello Manna, al quale ignoti hanno fatto saltare la macchina. E per come sono partite le indagini, vedi il cambio del luogo dell’attentato, la mancanza di foto, e tanti altri particolari che vi abbiamo già narrato, non è difficile immaginare lo stesso risultato di tutti gli altri: nessun colpevole.
GdD