A leggere i titoli dei giornali di regime sembra che siano ritornati gli anni di piombo. Per qualche scritta su un muro e un’auto bruciata, in riferimento a quelli che la Farnesina definisce “attacchi” alle sedi diplomatiche italiane di Barcellona e Berlino, da oltre 24 ore la disinformazione di regime martella gli italiani con il ritorno del pericolosissimo terrorismo politico di matrice anarchica. Dalla Meloni, passando per tutti i ministri, alla quasi totalità del parlamento, fino ad arrivare ai servizi segreti, è un fiorire di isterici allarmi attentati. Tra i principali obiettivi dei gruppi anarchici dinamitardi che secondo l’antiterrorismo italiano hanno avviato la campagna di terrore in solidarietà all’anarchico Cospito in regime di 41 bis e in sciopero della fame da 100 giorni, ministeri, carceri, caserme, questure, prefetture, enti pubblici, sedi istituzionali, redazioni giornalistiche, banche, consolati, ambasciate, porti, aeroporti, stazioni, e sedi di partito. Mancano dalla lista stilata dall’intellingence italiana le chiese e gli ospedali, gli unici luoghi sicuri, secondo l’antiterrorismo, di questi tempi. Anche se ci sarebbe molto da dire sulla “sicurezza” degli ospedali dalle nostre parti.
Siamo ancora una volta di fronte alla solita esagerazione che cela altro. Tutto questo allarmismo fondato su qualche auto bruciata e qualche vetrata rotta – amplificato dalla propaganda di regime che da giorni parla di “attacchi e assalti terroristici”, termini usati generalmente quando si descrivono azioni di “stampo jihadista” o incursioni di “squilibrati” armati in luoghi pubblici, come succede spesso in America, che provocano decine e decine di morti – altro non è che il solito trucchetto usato dal “potere” per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica da questioni più importanti che devono passare in sordina. Chiunque arriva al potere con l’inganno elettorale un modo per nascondere e oscurare il non poter dar seguito alle tante false promesse fatte in campagna elettorale, lo deve trovare per forza. E la soluzione, come nella migliore tradizione italiana, sta nel creare le false emergenze. Dopo la pagliacciata dell’arresto del boss dei boss Messina Denaro che tutto era meno che latitante, che ha permesso alla Meloni di fare due o tre mosse sottobanco senza essere sgamata mentre gli italiani contavano i covi, ora tocca agli anarchici fare da paravento alle porcate governative… che come colpevoli vanno sempre bene. Un po’ come i cristiani per Nerone, a qualcuno la colpa dell’incendio di Roma bisognava darla (restando nel mito del malvagio Nerone).
Ora, per scongiurare che qualcuno abbocchi a questa ennesima finta emergenza terrorismo studiata a tavolino per ingannare l’opinione pubblica, e il rischio c’è, poniamo un interrogativo, con un punto di vista tutto calabrese che, se affrontato con onestà intellettuale, può evitare ciò: se per qualche macchina bruciata in giro per l’Italia e l’Europa seguita da qualche scritta inneggiante la liberazione dell’anarchico Cospito questo governo ha dichiarato “lo stato d’emergenza”, come mai per la ‘ndrangheta, in Calabria in pochi giorni sono state incendiate una decina di auto, sei solo oggi a Catanzaro, seguite da lettere di minacce o da richieste estorsive, non ha fatto lo stesso? Di emergenza ‘ndrangheta questo governo non ha mai parlato, nonostante la recrudescenza degli attentati di questi ultimi mesi. Gli anarchici per la Meloni, la Digos e il Ros sono la sola e unica emergenza in Italia, la ‘ndrangheta, che non si limita al solo incendio dell’auto, per questo governo non è un’emergenza. Ecco, la falsità di questa emergenza terrorismo creata ad arte, con la logica risposta a questa domanda, la possono capire tutti.