Barricate a Mandatoriccio: la Calabria che non ci piace

La Calabria che non ci piace

Tutti noi abbiamo ben presente quale sia la Calabria che non ci piace: quella delle processioni con l’inchino alla casa del boss, quella delle ruberie in regione, quella dell’ abusivismo sfrenato, quella della politica mafiosa, quella del lavoro nero unica alternativa alla disoccupazione; insomma tutta quella Calabria che non fa altro che invitare i suoi figli, specialmente i più giovani, ad andare per mare a cercar fortuna, o quantomeno una vita decorosa, altrove.

L’altra sera la cittadinanza di Mandatoriccio è entrata in panico dopo che il sindaco Angelo Donnici ha pubblicato su facebook una copia del documento inviatogli dalla prefettura che annuncia che nella giornata di ieri, 12 ottobre, sarebbero stati inviati qui una quarantina di immigrati da ospitare in una struttura ricettiva.

Durante la notte  un gruppo di cittadini ed alcuni esponenti politici locali hanno organizzato le barricate per impedire l’arrivo dei migranti. Barricate è il termine esatto perché utilizzando pedane di legno e cassonetti sperano di fermarne fisicamente l’arrivo.

Sono bastati pochi minuti spesi a parlare con questi cittadini perché frasi prettamente xenofobe e razziste venissero fuori, in barba al loro slogan: si integrazione, no ghettizzazione. Molti di loro non hanno nemmeno le idee chiare su cosa stia accadendo mentre altri non vogliono parlare, ma una cosa è certa: qui i migranti non sono i benvenuti.

Le politiche europee imposte al governo Renzi sul piano dell’immigrazione fanno acqua da tutte le parti, questo è certo. A non essere certa è la durata del trattato di Shenghen. E’ sotto gli occhi di tutti: prima Brexit, poi l’ Ungheria ora vedremo cosa accadrà dopo il referendum tenutosi in Svizzera sui lavoratori stranieri e soprattutto sul “problema” dei lavoratori frontalieri (soprattutto italiani).

Migranti: protesta a Mandatoriccio contro struttura per accoglienza Sono certo che fra quei cittadini ci siano bravissime persone: tanti sono i lavoratori e le lavoratrici, tra loro, che chiedono solo sicurezza nelle strade, lavoro e dignità.

Ma ecco una domanda che non posso non porre loro: come mai non avete mai organizzato barricate contro il malaffare, la corruzione politica, la ‘ndrangheta la messa in sicurezza delle scuole e delle strade?

Non capite che il sudore sulla pelle ha lo stesso colore? Quindi a Mandatoriccio abbiamo visto un’ altra pagina della Calabria che non ci piace, ma c’è chi continua a sperare che una presa di coscienza ci sarà e che la lotta diventerà finalmente contro i “signori” e non certo, come oggi abbiamo per l’ennesima volta visto, la guerra fra poveri, il conflitto servo contro servo, dove ogni volta il signore ne esce vincitore.

Lettera firmata